Ritorna l’appuntamento con la rubrica di MondoNapoli denominata “Numeriamoci su” nella quale, il giorno dopo ogni partita del Napoli, andremo rivivere il match degli azzurri valutandolo dal punto di vista tattico e statistico. Un analisi utile per comprendere ed approfondire le scelte di Sarri e dell’avversario di turno.
Ieri il Napoli è stato ospite dei turchi del Besiktas in occasione della quarta gara del girone di Champions League. Sarri conferma il consueto 4-3-3 proponendo Maksimovic al posto di Chiriches, Jorginho per Diawara e in attacco via libera al tridente leggero con Insigne, Callejon e Gabbiadini. Gunes risponde, come all’andata, con un 4-2-3-1 proponendo una vecchia conoscenza azzurra: Inler.
La partita – Il Napoli ha sciorinato una prestazione anche migliore di quella offerta nella gara di andata, a tradire è stato solo il risultato. Leggendo alcune statistiche ciò appare evidente: 14-8 come conclusioni (11 a 5 se consideriamo quelle non ribattute), 12 occasioni da gol a 3 costruite tramite azioni pulite, 640 passaggi a 509. Ciò che ne scaturisce è che il Napoli è stato ordinato e preciso dalla propria metà campo fino al limite dell’area. Le reali difficoltà sono emerse nel gioco offensivo e di concretizzazione del gioco proposto. A creare problemi è stata sicuramente la densità dei turchi ma anche e soprattutto le difficoltà di Manolo Gabbiadini. Nei primi venti minuti, l’ex Doria mette insieme due conclusioni verso la porta, un dribbling, il 71% di passaggi riusciti. Al momento della sostituzione con Mertens, le stats unitarie (tiri in porta, dribbling riusciti) sono ancora le stesse, mentre la pass accuracy è scesa fino al 53%. Gabbiadini, dopo un certo periodo di partita, è letteralmente scomparso affogando nelle sue frustrazioni, nella sua inadeguatezza tattica al gioco del Napoli. Le sue prestazioni possono quindi migliorare e lo stesso Sarri conferma questa nostra impressione, il ragazzo sta migliorando ma necessita ancora di una crescita per poter essere un valore aggiunto per la squadra. Tolto questa considerazione è da sottolineare con piacere che il Napoli ha ritrovato distanze e compattezza. È riuscito a rimanere alto, a tenere su la linea difensiva, a contenere (con il fuorigioco, ma anche con le giuste fughe all’indietro sugli inserimenti) le ripartenze del Besiktas. Le cifre delle azioni costruite tramite azioni pulite sono un’altra evidenza statistica di questo ritorno a una prestazione difensiva importante: i 3 key passes arrivano da corner (2) o al massimo da un cross operato dalla fascia sinistra, nella fattispecie da Arslan, al 21esimo minuto.
L’analisi dei singoli – La partita del Besiktas è stata concepita esclusivamente per bloccare il gioco azzurro (lo sviluppo del gioco con percentuali nettissime sulla destra – roba da 47% e da cambio tattico con lo spostamento di Aboubakar nel ruolo di esterno offensivo – è stata una scelta fatta per depotenziare la catena di sinistra di Sarri), la riscoperta di un possesso palla agevole, soprattutto nelle uscite difensive (86% di pass accuracy), e la rinnovata capacità di creare i soliti triangoli sulle fasce hanno permesso al Napoli di presentarsi molte volte al cross (20 tentativi) o comunque a superare il primo pressing dei turchi. Altro dato molto importante è l’assenza di errori gratuiti o gravi in fase di impostazione, anche se al Napoli manca ancora Jorginho. La partita dell’italobrasiliano sta tutta nei 70 palloni giocati fino al momento del cambio (80esimo minuto) e nel confronto con la stessa stats personale di chi l’ha sostituito (Diawara), a Torino (94 palloni giocati) e pure ieri sera (24 in nemmeno un quarto d’ora di gioco). La percentuale di passaggi riusciti è in miglioramento (siamo al 90%), ma le difficoltà nel trovare lo spazio per ricevere e giocare il pallone incidono moltissimo sul gioco dell’ex Verona. Il Napoli ieri sera si è affidato spesso a Marek Hamsik, anche nella fase di prima costruzione del gioco: 94 palloni toccati, un key pass e pure 2 dribbling riusciti. La sua prestazione è stata molto limitata nello spazio: il Besiktas ha concesso raramente spazio dietro la linea di centrocampo, e questo non ha permesso allo slovacco di provare i suoi classici inserimenti. Il suo gol nasce dalla capacità del Napoli di recuperare lucidità dopo il gol subito e di attaccare in maniera giusta, aggressiva il primo possesso del Besiktas in una situazione di scompenso difensivo. Ed è pure una specie di corso accelerato per lo sfruttamento del lato debole. Ultimo ma non ultimo dato rincuorante della partita è quello evidenziato dalla ritrovata condizione fisica della squadra di Sarri, in grado di venir fuori nel secondo tempo e di riuscire a (ri)portare nuovamente tanti uomini all’interno dell’area avversaria. Le statistiche del secondo tempo, in questo senso, sono eloquenti: il Besiktas ha effettuato il 12% delle sue giocate della ripresa nella metà campo del Napoli.
L’annotazione finale – Il risultato ancora una volta penalizza gli azzurri non rendendo merito al lavoro svolto in campo. Il Napoli è in piena crescita e i dati danno conforto in questo senso. Sicuramente la mancanza di peso offensivo complica i piani ma, agendo e continuando lungo questa squadra i risultati saranno solo una conseguenza logica. Ciò che deve rinfrancare è che la classifica del girone consente al Napoli di aver tra le proprie mani il destino della qualificazione, potendo puntare anche al primo posto finale. La crescita di Gabbiadini, di cui si intravedono spiragli, e ritrovare alcuni interpreti dispersi come Jorginho, sono le chiavi per sbrogliare nel più breve tempo possibile l’attuale mancanza di risultati. L’ottimismo non è quindi un pallido eufemismo, c’è ancora tanto su cui lavorare ma al Napoli, fortunatamente, non mancano le idee su come ritornare ad essere vincente.
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