Ritorna l’appuntamento con la rubrica di MondoNapoli denominata “Numeriamoci su” nella quale, il giorno dopo ogni partita del Napoli, andremo rivivere il match degli azzurri valutandolo dal punto di vista tattico e statistico. Un analisi utile per comprendere ed approfondire le scelte di Sarri e dell’avversario di turno.
Ieri, per la prima volta in Serie A, lo Scida di Crotone ospita il Napoli per la gara valevole il nono turno di campionato. Sarri propone un inedito a centrocampo schierando dal primo minuto Diawara, escludendo Jorginho e preferendo affiancarlo in mediana con Allan e Hamsik. In attacco confermato Callejon con Mertens sul lato opposto e come punta Gabbiadini. In difesa il mister ripropone Strinic in fascia sinistra al posto di Ghoulam. Nicola, tecnico dei calabresi, risponde schierandosi a specchio optando per un 4-3-3 puntando su un tridente rapido e tecnico con Palladino e Falcinelli sugli scudi.
Il Napoli bello e “guarito” – Il Napoli nel corso della prima frazione di gara ha rischiato in una sola occasione, la ormai consueta -ahimè- palla giocata con alto coefficiente di rischio in uscita, con Allan: cross al centro dalla sinistra, girata di Palladino e risposta sicura di Reina. Tolta questa opportunità per i calabresi il Napoli sciorina un autentico dominio nei passaggi, negli spazi e nella gestione anche emotiva della gara. La squadra infatti dimostra di la capacità di attaccare in più modi variando dalle discese sulle fasce al lancio dalla trequarti, tenendo alta la difesa e creando ben 22 eventi difensivi tra palle intercettate e rilanciate.
L’espulsione di Gabbiadini complica e non di poco la situazione, seppur non in un primissimo momento. Il Napoli infatti ha continuato nella sua prestazione di assoluto rilievo, sfiorando anche una nuova marcatura con una delle solite sortite offensive di Mertens il quale ha dimostrato una spiccata predisposizione a vestire i panni del falso nueve. La prima frazione di gara è mostrato la parte migliore del Napoli, quella finalmente in ripresa e sostenuta da numeri importanti: 10 palloni recuperati, il 63% del possesso palla, un accuracy dell’84%. L’ultimo dato ci consente di elogiare in modo particolare la prestazione di Amadou Diawara, il guineano infatti oltre a sostituire Jorginho in modo impeccabile ha conquistato due ottime statistiche: 90% di passaggi riusciti e il 100% dei duelli aerei vinti e una presenza importante anche in fase difensiva. Oltre ai numeri, senza dubbio importanti, il centrocampista azzurro ha disputato una grande gara anche perché è stato molto presente sulla destra difensiva del Napoli, nel luogo in cui agiva il calciatore più pericoloso del Crotone (Palladino). Un contributo davvero importante nell’economia della partita sotteso anche da un ottimo rendimento fisico, sono quasi 12 i chilometri che ha percorso. Sotto il profilo difensivo sono da sottolineare le prove eccellenti sia di Maksimovic che di Allan: il serbo ha recuperato più palloni tra tutti (4) mentre il brasiliano ha realizzato il 75% di interventi difensivi riusciti e altri 8 eventi tra palle intercettate e spazzate. In sintesi la prova della squadra nel primo tempo è stata convincente, soprattutto perché ha proposto situazioni di gioco care e preziose alla buona riuscita del calcio sarriano. Il Napoli non è stato lungo ed è riuscito a rimanere alto e compatto. La difesa riusciva a venire su e a trovare buone linee di passaggio con i centrocampisti (15 appoggi da Koulibaly ad Hamsik, 11 tra il francosenegalese e Diawara, 9 tra Maksimovic e Hamsik), sintomo di una ritrovata buona occupazione degli spazi in campo. Diawara ha garantito senza ombra di dubbio una maggior freschezza atletica rispetto alle ultime prove di Jorginho.
Il Napoli ancora convalescente – Il Napoli, complice l’inferiorità numerica, nella seconda frazione di gioco decide di lasciare l’iniziativa al Crotone. La mossa di Nicola di inserire Stoian permette al Crotone di bilanciare, sulla sinistra, la spinta offerta con costanza da Rosi su quella opposta. Il Napoli, per gioco forza, arretra il proprio baricentro non riuscendo a recuperare più il pallone (11 a 5 per il Crotone). La conseguenza di non riuscire più a recuperare palloni si traduce nel rendere più accessibile la propria retroguardia, concedendo occasioni agli avversari. Nicola notando la tendenza che la partita stava assumendo inserisce, ottimamante, Simy. Quest’ultimo ha movimentato il gioco offensivo dei calabresi costringendo Koulibaly e Maksimovic a un duello continuo. Il 4-3-3 iniziale del Crotone si è via via trasformato nel più autentico dei 4-2-4 al quale Sarri ha risposto inserendo Zielinski al posto di Hamsik. Tale scelta è da ricercarsi infatti nella volontà di privilegiare il maggior dinamismo possibile, così Giaccherini che prende il posto di uno stanchissimo Callejon. Dopo gli accorgimenti tattici di Sarri il Crotone non si è più reso pericoloso con occasioni da gol pulite: il gol, arrivato su azione d’angolo, è stato difatti l’unico tiro nello specchio della porta dal momento dell’ingresso di Giaccherini. Le scelte di Sarri portano in dote anche una certa tendenza conservativa evidenziata anche dai numeri: una sola occasione creata, 15 intercetti, 18 palloni spazzati e il 71% dei tackle riusciti. Altra statistica che evidenzia una guarigione non ancora del tutto ritrovata è rappresentata dalle 38 palle perse, o giocate male, del Napoli contro le 26 del Crotone. Sotto il profilo difensivo sono da sottolineare le prove eccellenti sia di Maksimovic che di Allan: il serbo ha recuperato più palloni tra tutti (4) mentre il brasiliano ha realizzato il 75% di interventi difensivi riusciti e altri 8 eventi tra palle intercettate e spazzate.
L’annotazione finale – Abbiamo visto un Napoli certamente due facce. La prima, quella frizzante, corta e compatta del primo tempo ha fatto risvegliare in tutti le convinzioni di aver ritrovato la via maestra. Quella del secondo tempo -seppur con l’handicap dell’inferiorità numerica- è piaciuta molta meno. La guarigione profetizzata da Sarri non è ancora raggiunta perché sono ancora presenti delle sbavature pericolose, come ad esempio i troppi palloni persi. Non possiamo però accusare il mister di essere falso, la squadra sta infatti recuperando terreno riconquistando di volta in volta le convinzioni smarrite. Diawara è la scoperta che ci voleva per ridare ossigeno ad una linea mediana in affanno, la perdita di Gabbiadini potrebbe portare in dote sorprese positive per una squadra che fa della velocità e dell’imprevedibilità la propria arma principale. Se il tempo ha il ruolo di essere galantuomo dobbiamo pazientare che la miccia della rinascita scoppi al più presto, per ora è stata accesa ed è solo questione di attimi perché possa invadere ancora una volta i nostri cuori di passione. Ripartire dai tre punti era fondamentale, qualcuno si insegna che vincere sia l’unica cosa a contare. Per ora, quindi, ci accontentiamo in attesa di gioire anche per un gioco ritornato spumeggiante.
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