NUMERIAMOCI SU – Dinamo Kiev-Napoli: azzurri chirurgici come la testa di Milik

Ritorna l’appuntamento con la rubrica di MondoNapoli denominata “Numeriamoci su” nella quale, il giorno dopo ogni partita del Napoli, andremo rivivere il match degli azzurri valutandolo dal punto di vista tattico e statistico. Un analisi utile per comprendere ed approfondire le scelte di Sarri e dell’avversario di turno.

Ieri sera in quel di Kiev il Napoli ha bagnato il proprio debutto in Champions avendo la meglio dei padroni di casa della Dinamo. L’iniziale vantaggio ucraino è stato ribaltato dalla doppietta di Milik, abile a trovare la porta con due colpi di testa di pregevole fattura. Sarri conferma il consueto 4-3-3, schierando in pratica la stessa formazione che al San Paolo ebbe la meglio del Milan. Rebrov di contro opta anch’esso per lo stesso modulo, ponendosi quindi a specchio del Napoli cercando però di colpire gli azzurri in contropiede così come poi analizzeremo.

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Squadra gialla: Napoli – Squadra blu: Dinamo Kiev

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L’idea tattica di Rebrov – Il tecnico della Dinamo Kiev dimostra di avere le idee piuttosto chiare. Opta per un modulo a specchio, come abbiamo potuto apprezzare dall’immagine, ponendo in fascia sinistra il numero 10 Yarmolenko per sfondare la difesa azzurra. Quest’ultimo infatti è sempre al centro della manovra ucraina, a conferma di ciò possiamo valutare il dato che afferma come la Dinamo abbia costruito la manovra d’attacco passando da destra con una percentuale del 46%. Praticamente, un’azione su due. Si evince chiaramente come la Dinamo abbia fondato gran parte della sua produzione offensiva su Yarmolenko, autore infatti di passaggi chiave, 3 conclusioni verso la porta e 1 dribbling riuscito. Dinamo Kiev che però nel corso di gara ha pagato la monotematicità del proprio gioco, oltretutto orientato a sviluppare una tattica per lo più di contropiede. Nonostante ciò la Dinamo riesce ad impensierire il Napoli, soprattutto andando a intervenire in quelle che sarebbero dovute essere le linee di passaggio degli azzurri. Un’ottima fisicità e una condizione atletica superiore rispetto a quella degli di uomini di Sarri tracciano i contorni di una partita spigolosa ed intensa, al punto di trovare anche il vantaggio. Il merito che sicuramente ha Rebrov è quello di essere riuscito, giocando la partita con le armi che appartengono alla Dinamo, a limitare il Napoli al punto da non permettergli di imporre il proprio gioco – cosa assai rara – e che possiamo apprezzare da questi numeri appannaggio degli ucraini: possesso palla (sostanzialmente in equilibrio) , numero di cross (23 a 16), numero di duelli individuali vinti (16 a 6), palle intercettate (18 a 14), numero di conclusioni verso la porta (7 a 6).

L’idea tattica di Sarri – Il mister sarà contento più del risultato che della prestazione. Prestazione infatti che non ha avuto la consueta impronta volitiva ma che invece è stata caratterizzata dall’attesa che la maggior qualità degli interpreti emergesse. Un Napoli per certi versi umile, si è adattato al proprio avversario senza quindi riuscire ad imporre il proprio gioco come di consueto. Non è tutto negativo però, c’è anche tanto di buono. Il risultato certamente è positivo, ma anche la forza che la squadra ha manifestato nel momento più difficile. Quest’ultima è da ricercarsi, soprattutto, nella consapevolezza delle proprie qualità: la capacità di creare occasioni da gol (9 per gli azzurri, 4 per la squadra di Rebrov) con più calciatori, la qualità nella gestione dei passaggi (la percentuale di passaggi precisi è favorevole agli azzurri, 89% contro l’86% degli ucraini). E, soprattutto, la capacità di lettura in fase di non possesso. Il Napoli ha variato molto la fonte di gioco, così possiamo notarlo in occasione dei due gol, uno nato da destra e uno da sinistra. Lo si nota nella differenza di bilanciamento (tra le due squadre) rispetto al fronte d’attacco: il Napoli ha utilizzato la sua fascia preferita, quella mancina, per il 40% delle sue azioni, dividendo in parti uguali il restante 60% tra fascia centrale e corsia destra. Oltre ai numeri è da considerare quella che è stata la disposizione tattica in campo. Difatti fin dai primi minuti il Napoli attua un pressing alto sul portatore di palla avversario: da considerare come Mertens tenda ad accentrarsi spesso per fraseggiare più facilmente con Milik, con Hamsik che si dispone così sull’esterno; in fase di non possesso, inoltre, il belga raddoppia in fase di copertura su Yarmolenko. Movimento che, dal 46esimo, è sempre stato più intenso, aiutando sempre più Ghoulam a contenere l’incedere del fantasista della Dinamo. Questa copertura ha senz’altro garantito al Napoli di poter gestire la seconda frazione di gioco, limitando quelli che sarebbero stati i pericoli maggiori.

Gli errori della Dinamo e del Napoli in occasione dei gol – La squadra di Rebrov ha pagato gli scompensi sulle aperture e poi gli errori di lettura dei due centrali difensivi e del portiere Shokovkskiy. Analizzando le due marcature azzurre, infatti, si evince come nascano entrambe da una giocata sull’out coperta sicuramente molto male. La prima volta, da Yarmolenko, lento e pigro nel chiudere su Ghoulam; sulla seconda, è l’intera squadra ad accorciare in maniera molto lenta. Problema di scivolamento lento di cui spesso è vittima anche il Napoli di Sarri, quasi come un onere su un approccio intenso, su un modulo elastico come il 4-3-3, che muove molto la squadra orizzontalmente costringendo gli esterni a uno sfiancante doppio lavoro. Il gol di Garmash invece è un errore simultaneo di quattro calciatori azzurri nello stesso momento (Ghoulam e Hamsik che lasciano spazio a Yarmolenko, Hysaj che legge male il cross ed Allan che chiude colpevolmente in ritardo sulla girata di Garmash) non riferibile ad una dinamica tattica, la squadra di Sarri è parsa subire la partita, l’importanza dell’evento e l’esuberanza e forza atletica degli avversari. Proprio in questo periodo si sono concentrati maggiormente gli errori in uscita di cui Sarri si è lamentato nel post-gara, da considera come l’accuratezza nei passaggi sia scesa fino all’86%. Il primo gol ha risolto i problemi, che sono parsi più di natura emozionale e di condizione che puramente tattica.

L’effetto Milik sulla partita – La personificazione della partita del Napoli è nelle statistiche di Arek Milik. La prestazione del polacco, in una scala di aggettivazioni, sta giusto a metà tra “devastante” ed “essenziale”. Il numero 99 azzurro infatti gioca 25 palloni, record negativo per i calciatori titolari del Napoli. Tra questi troviamo 3 conclusioni verso la porta, 1 cross, 3 duelli aerei vinti. Il resoconto è semplice da trovare: Milik ha tenuto una percentuale realizzativa del 66% che, allargata a tutta la sua stagione, vede il dato relativo alla sua shot accuracy (rapporto tra tiri tentati e finiti nello specchio della porta) toccare il 91,5%. Oltre a questi numeri senza dubbio eloquenti, il centravanti polacco accoppia una presenza costante nella manovra d’attacco del Napoli. Possiamo notare quanto detto attraverso la seguente immagine:

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La sintesi – Il Napoli ha subito un gol, il quinto in quattro partite. Ha concesso 7 conclusioni libere, che non sono pochissime. Allo stesso tempo, però, ha permesso alla Dinamo Kiev di concludere positivamente solo 3 passaggi verso l’area di rigore. Considerazione che sta a significare ed avvalorare l’idea che questo Napoli possa e debba ancora migliorare tanto, la strada imboccata però è buona e partita dopo partita si apprezzano gli sviluppi e i miglioramenti. Il Napoli che vince a Kiev in Champions League è un risultato importante soprattutto perché conquistato in modo tutto sommato meritato, evidenziando un’embrionale personalità di congelare la partita conducendola su binari favorevoli agli azzurri. Rotto il ghiaccio anche in Europa, è lecito aspettarsi un crescendo sempre maggiore delle prestazioni e dell’intensità agonistica.

L’annotazione finale – Occorre senza dubbio lavorare ancora su quella che è la fase difensiva, incentrando il lavoro sui corretti scivolamenti della linea arretrata in sinergia con la linea mediana. Ridurre al minimo gli errori è la prima garanzia del successo. Sarri, da bravo cultore del lavoro, sicuramente porrà l’attenzione sui medesimi concetti a partire dal prossimo allenamento. Così come, non che debba essere necessariamente una colpa “mortale”, lavorare sulla personalità sarà determinante. Aumentarne l’impatto potrà solo garantire di duellare con maggiore efficacia e rilevanza in tutti i palcoscenici in cui sarà impiegato il Napoli.

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fonte immagini: www.uefa.com – www.squawka.com

 

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