IL MEGLIO DELLA SETTIMANA – Dal grande “KK” al ritorno del Pipita, passando per le 400 di Marek: un po’ di ottimismo per dimenticare Roma

Dal sogno all’incubo: il passo può essere breve. Gli azzurri, dopo la sconfitta dell’Olimpico, rischiano di perdere quanto di buono fatto fino ad oggi e di compromettere l’accesso diretto alla prossima Champions League, un traguardo che per buona parte della stagione sembrava essere quasi scontato. Le premesse per cercare, come fin ora abbiamo sempre provato a fare, il meglio di questa settimana azzurra, insomma mancano come non mai. Vogliamo però provare a trarre, anche dalla “tragica” trasferta capitolina qualcosa di positivo, qualcosa da cui gli azzurri possono ripartire in vista degli ultimi 270 minuti del campionato e anche della prossima stagione.

Partiamo da Kalidou Koulibaly, sicuramente il migliore azzurro in campo ieri. Il giovane difensore azzurro ancora una volta si è contraddistinto grazie alla sua grandissima capacità di leggere le situazioni, la sua scelta di tempo negli interventi (perfetto soprattutto nel primo tempo su un Salah spedito verso la porta) e grazie al suo strapotere fisico. Un atleta straordinario prima di tutto il nostro numero 26. Qualcuno, troppo presto, aveva sparato a zero su di lui, ma “KK” non ci sta e ora passa a prendersi le scuse e gli applausi con tanto di interessi. Il Napoli del futuro (e anche quello delle prossime tre giornate) non può fare a meno di lui: Kalidou deve difendere, ora più che mai, quanto di buono fatto con i suoi compagni fin ora e quella musichetta che tanto merita di ascoltare.

Marek Hamsik, 400 e sto. Il nostro riferimento allo slovacco non è per la prestazione offerta a Roma, sia chiaro, dove tutti ci aspettavamo qualcosa in più da lui (dopotutto ci ha abituati bene) e dai suoi compagni. Non possiamo però restare indifferenti difronte all’eccezionale traguardo raggiunto dal nostro capitano questa settimana. Il giusto finale di stagione che merita il Napoli e i suoi tifosi passa anche per i suoi piedi e soprattutto per la sua testa: un leader silenzioso, ma che sa come farsi sentire. Un ragazzo che è cresciuto di pari passo con il Napoli e che ora ha l’obbligo di accompagnare i suoi verso quei palcoscenici europei che ha imparato a conoscere negli scorsi anni e che deve cavalcare ora che è in piena fase di maturità. Ovviamente sempre con la maglia azzurra.

Il Pipita è tornato. Non che Gabbiadini ci abbia fatto sentire così tanto la sua mancanza, ma quando c’è l’argentino in campo sono sempre tutti un po’ più tranquilli, tutti tranne gli avversari di turno è chiaro. Il Pipita, sebbene meno brillante del solito in quel dell’Olimpico, è stato l’uomo più pericoloso fra gli azzurri e l’unico a mettere in pensiero Szczesny che si è superato sia nel primo che nel secondo tempo negando al capocannoniere del campionato la trentunesima gioia. Higuain però ora c’è, è rientrato e Atalanta, Torino e Frosinone sono avvertite: il Pipita deve finire quello che lui e il Napoli hanno iniziato. Vietato sbagliare ancora!

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