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Romanzo Calcistico: Benny Carbone, la fantasia al potere

Una sola stagione in maglia azzurra, la 1994-95, ma il ricordo di tante belle giocate per Benny Carbone: è lui il protagonista della puntata numero 28 della rubrica Romanzo Calcistico. Originario di Reggio Calabria, il fantasista arriva all’ombra del Vesuvio nell’estate 1994, nell’ambito della trattativa che porta Daniel Fonseca alla Roma. Una contropartita tecnica di gran classe, visto che Benny non ha alcun timore reverenziale nell’indossare la maglia sognata da tutti i giocatori di classe, quella numero 10 appartenuta prima a Diego Armando Maradona e poi a Gianfranco Zola.

L’altezza (1,68 metri), lo scatto e le qualità tecniche lo avvicinano proprio al “Tamburino sardo”, di cui diviene di fatto l’erede. Il feeling con i tifosi è immediato, soprattutto dopo la doppietta allo Skonto Riga e il gol al Boavista in Coppa Uefa, oltre alla rete contro la Reggiana alla prima di campionato, quando con un’azione sgusciante regala i tre punti alla squadra di Vincenzo Guerini, allenatore che va però ben presto in crisi.

Lo sostituisce un grande del calcio mondiale, Vujadin Boskov, che responsabilizza ancora di più Carbone. La fantasia di Benny diventa così uno dei cardini di quella squadra che sfiora la qualificazione alla Coppa Uefa, trascinata inoltre dai gol del condor Agostini, dall’esplosione di Fabio Cannavaro e ovviamente dalle super-parate di Pino Taglialatela. Il tecnico jugoslavo, esperto di talenti, elogerà il suo numero 10 a più riprese, regalando ai calciofili una delle sue massime più famose: “Carbone è bravissimo. Quando ha il pallone tra i piedi, gli avversari non immaginano che cosa farà. E neanche i suoi compagni”.

Questo ragazzo del Sud conclude la sua prima stagione a Napoli con l’ottimo bottino di 10 gol in 40 partite, ma la società (cui nel frattempo è tornato Corrado Ferlaino dopo l’interregno dei Gallo) è gravata da pesantissimi debiti. Si punta a fare cassa, per cui il presidente cede Fabio Cannavaro al Parma e proprio Benny Carbone all’Inter: sono loro i sacrificati sull’altare del bilancio. Con quelle cessioni, il Napoli riesce ad iscriversi al campionato successivo, rimandando di 9 anni quel fallimento poi giunto nel 2004. Ai tifosi, resta invece solo il rammarico di aver perso quel fantasista degno erede di Zola, il quale, proprio come Magic Box, avrebbe poi disputato gli anni migliori della sua carriera in Inghilterra.

L’amore per Benny Carbone è però rimasto intatto, col pubblico che lo ha applaudito proprio l’anno scorso di questi tempi, quando è tornato al San Paolo come vice di Walter Zenga sulla panchina del Crotone. Commovente il messaggio di Benny su Instagram: “Quanta emozione tornare in quel campo, sembra ieri ma sono passati 25 anni… lì dove ogni partita giocata era un successo, ogni goal una rivincita ed ogni fischio una carica. Sono ritornato professionalmente da avversario, e devo dire che anche questa volta Napoli mi hai lasciato senza parole, il calore del pubblico è rimasto lo stesso spettacolo di allora”.

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