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Alla fiera dell’Est

Ricordando la celeberrima canzone di Angelo Branduardi, passiamo in rassegna il match di ieri del Napoli a Palermo su cui è soffiato forte il vento dell’est e non solo…

Alla fiera dell’est… per due soldi un campioncino Aurelio comprò… E i riflettori sono tutti per Piotr Zielinsky. Sarri sapeva che non avrebbe fatto la fine di Muzio Scevola giurando con la mano sul fuoco che il ragazzo sarebbe stato il vero “crack” del centrocampo azzurro. E se gli spezzoni con Pescara e Milan avevano fatto vedere che dalla pietra qualche luccichio prezioso già si intravedeva, la gara di ieri con il Palermo ha visto sbocciare il giovane polacco. Dopo Milik nel match contro i rossoneri, anche lui ha metto il sigillo al match non nel tabellino ma nelle azioni che hanno portato al primo e al terzo gol del Napoli. L’apertura di prima nell’azione del vantaggio azzurro, ad inizio ripresa, è una pennellata di acquerello su tela degna dei migliori pittori impressionisti. La discesa nell’azione dello zero a tre è invece uno squarcio nelle tenebre, un fulmine che ha letteralmente folgorato il Palermo chiudendo la gara con l’assist a Callejon. Allan già trema per quello che sembrava il suo posto fisso.

Alla fiera dell’est...c’è solo un Capitano. Si proprio lui, Marek Hamsik, altro uomo dell’est ormai “scugnizzo” che si è fatto adottare da una città intera. La sblocca lui con un inserimento di mazzarriana memoria e il Napoli ha potuto così respirare l’aria salubre palermitana senza che apparissero “vecchi fantasmi in bianco e nero”. L’alternanza proprio con Zielinsky tra destra e sinistra è stata l’arma vincente, specie nella ripresa. E Marek ha scritto ancora di più il suo nome nella storia azzurra con il gol numero 82 che gli vale un gradino sopra il più grande della storia partenopea, Diego Armando Maradona. Un tributo che gli sarà di certo ben presto riconosciuto. Manca il palmares di Diego…ma il tempo ancora c’è. Chissà.  Intanto si è rivisto il giocatore che in mezzo al campo è capace di costruire e offendere togliendo i punti di riferimento agli avversari.

Alla fiera del’est... non può mancare l’attrazione straniera. Il Caballero venuto dalla Spagna con il suo drappo da torero che piazza altre due banderillas (e sono quattro) e si gode per una giornata il primato da “pichici” della Serie A. Josè Maria Callejon, sempre lui, l’insostituibile di Maurizio Sarri, che con un uno-due micidiale, come contro il Milan, lascia agli altri le prime pagine ma lui si prende tutti gli applausi di una tifoseria che avrà la fortuna di vederlo in azzurro ancora per molti anni. Perchè per le scelte di cuore non c’è clausola che tenga….

Ah, dimenticavo… alla fiera dell’est, se avete visto un ragazzo biondo con la barba nera…beh non è un giocoliere rumeno o bulgaro, non vi preoccupate, e non correte a riportare indietro il televisore, perchè sembra che sia apparsa una inspiegabile macchia di platino che vaga sullo schermo…è sempre Lorenzo Insigne che, con la prestazione di ieri, fatta più di quantità che di qualità, segnata dall’assist del due a zero e dal quasi gol del 4-0, ha mostrato i primi segni di una risalita  che, speriamo, lo portino a… cambiare testa… in tutti i sensi…

E ora ancora direzione est per il Napoli, tappa Kiev, dove si spera che la fiera dell’est continui il suo spettacolo al ritmo della musichetta Champions. L’orchestra cambierà ma il direttore no, è sempre quello in tuta, che, a discapito di chi lo chiama integralista, maneggia uno spartito con le note sempre ben messe al loro posto anche cambiando gli orchestrali.

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