Accadde oggi… 01/10/1986 Napoli-Tolosa, dalla notte più amara al sogno scudetto

Correva l’anno di grazia 1986. Diego Armando Maradona, fresco campione del mondo, era tornato in Italia con la dichiarata intenzione di portare il Napoli nell’olimpo degli dei. Superato in scioltezza il girone di coppa Italia (5 vittorie su 5 gare, alla fine saranno 13 su 13, record tuttora imbattuto), la squadra si impantanò in un avvio di campionato non proprio brillantissimo. Alla vittoria di Brescia con serpentina maradoniana made in Messico, fecero seguito due pareggi contro Udinese ed Avellino. Proprio alla vigilia della partita con i friulani esplose in tutto il suo fragore il famigerato caso “Sinagra” (dal cognome della ragazza che annunciò in diretta televisiva di aspettare un figlio da Maradona), che provocò la reazione sdegnata del Pibe e (ovviamente) una sorta di terremoto nell’ambiente partenopeo. La gente, fatalmente rassegnata alle delusioni, temeva che anche stavolta il bel giocattolo costruito da Ferlaino e Allodi fosse sul punto di rompersi, mentre i deludenti risultati generarono più di un dubbio circa la reale competitività della squadra di Bianchi.

Con queste premesse non proprio incoraggianti il Napoli si apprestava dunque a vivere il ritorno in Europa dopo quattro anni di esilio. L’ultima partecipazione alla coppa Uefa (stagione 82/83) aveva visto gli azzurri uscire al secondo turno, eliminati dai tedeschi del Kaiserslaurten, guidati in campo da colui che negli anni a venire sarebbe diventato per Diego un autentico incubo: Hans Peter Briegel.

L’urna aveva opposto al Napoli i francesi del Tolosa, compagine insidiosa, ma ampiamente alla portata degli azzurri. La partita di andata, giocata al cospetto di un San Paolo gremito in ogni ordine di posto (la coppa Uefa era allora considerata una competizione di importanza pari a quella della Coppa Campioni) si concluse con la vittoria di misura dei partenopei, grazie alla rete del neo acquisto Andrea Carnevale nel corso della ripresa.

Al ritorno, disputato il primo ottobre in terra francese, la squadra di Bianchi disputò un incontro decisamente sotto tono: punita dal centravanti Stopyra (l’unico elemento di caratura internazionale della compagine transalpina) dopo meno di 20 minuti, non riuscì mai a rendersi pericolosa, subendo costantemente l’iniziativa del Tolosa e “accontentandosi” di portare il match prima ai tempi supplementari, poi ai calci di rigore.

L’esito della roulette è storia nota, ci illuse l’errore di Stopyra, ci fece tornare a terra quello di Salvatore Bagni, stramazzammo al suolo quando Diego Maradona, proprio lui, mandò contro il palo il rigore decisivo. Particolare curioso che forse pochi ricordano: proprio nell’istante  in cui il Pibe si apprestava a calciare dagli undici metri andò il tilt il collegamento in eurovisione, salvo tornare quando il pallone stava ormai lentamente rotolando verso un destino crudele. Una beffa atroce per i tifosi azzurri.

Da quella notte amara il Napoli seppe risollevarsi con grande classe e compattezza. Il gap tecnico con le battistrada Juve e Roma fu colmato con il provvido acquisto (a quei tempi la finestra autunnale del mercato si svolgeva nel mese di ottobre) del regista Francesco Romano, pescato in quel di Trieste dal giovanissimo Direttore Sportivo Pierpaolo Marino. Proprio dalla vittoria di Roma (perla di Maradona a suggellare il sublime assist di Bruno Giordano) la squadra prese la rincorsa per uno sprint entusiasmante ed inarrestabile, conclusosi – 7 mesi dopo – con la realizzazione del grande sogno tricolore.

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