Oggi Il Corriere dello Sport ha scritto dei contrasti tra Aurelio De Laurentiis e il presidente della FIGC, Gravina:
“Infine è vero, o no, che i contrasti tra De Laurentiis e Gravina si sono notevolmente acuiti (guerra aperta) da quando la federcalcio ha vietato le multiproprietà? Il presidente del Napoli possiede anche il Bari, gestito dal figlio Luigi, e qualche ragione in fondo ce l’ha. Mi riesce naturale il paragone con la ribellione dei tassisti di fronte alla più volte evocata liberalizzazione delle licenze: ci sono professionisti che hanno dovuto impegnare la casa per comprare licenze i cui costi, prima della pandemia, variavano da 120 a 250mila euro. Dice: il cambiamento è il prezzo che si paga alle regole del mercato globale. Il battagliero De Laurentiis prese il Bari quando la multiproprietà era ancora “legale” (solo in Italia, peraltro). E non ha intenzione di scendere da Bari 1. Il suo Governo però si chiama Figc di Gravina”.