Oggi Il Corriere dello Sport ha celebrato Diego Maradona, dedicando la gran parte del giornale al racconto del mito del fuoriclasse argentino.
Vi proponiamo un estratto dell’articolo di Angelo Carotenuto, giornalista e scrittore:
“Era più basso di Cruyff , ha segnato meno di Pelé, per molti non era il più forte, per tutti è stato il più grande. Ha fatto il gol dei gol e almeno altri trenta che sarebbero ciascuno il più bello nella carriera di chiunque altro al mondo. Ha vinto un Mondiale da solo, uno glielo ha negato il ct Menotti lasciandolo fuori squadra a 18 anni, un terzo un arbitro che si inventò un rigore per la Germania. […] Ogni maglia portata è stata la sua pelle, senza avere la pretesa di essere un modello per nessuno. Jorge Valdano si è rimproverato per il resto della vita di essere stato complice della mano de dios, il gol segnato cinque minuti prima di infilare uno dopo l’altro Hoddle, Reid, Sansom, Butcher, Fenwick, mettere con il culo a terra il portiere Shilton e scrivere così il capitolo finale della guerra delle Falklands, anzi le Malvinas. Eppure non è questo il gol per il quale a Buenos Aires lo hanno amato, il gol che ogni calciatore della storia gli invidia e per il quale venderebbe l’anima”.
Il ritratto di Carotenuto si conclude così:
“Con lui è stato come poter vedere in che modo avrebbe giocato a calcio Dio, se solo l’avesse voluto. È stato un privilegio. È stato il più grande. È stato Diego Armando Maradona”.