L’uomo che urla nel deserto non ha voglia di predicare a vuoto: si affida all’icasticità dell’immagine, a un gesto chiaro ed eloquente: il Pipita ha gli attributi – si dice così, no? – e, se proprio qualcuno nutrisse ancora dei dubbi, eccolo qui il promemoria, il biglietto da visita di un grande centravanti che le partite sa vincerle da solo ma che in campo non gioca mai da solo.
Ballano il tango in due, lui e l’Apache, ma alla fine a ridere è solo uno: Gonzalo Higuain. Sale in cielo più in alto di tutti, sicuramente più in alto di Chiellini, e rimette il Napoli in corsa per andare ai supplementari.
Arriva prima di tutti sul pallone negli ultimi minuti, e acciuffa i supplementari: corsa a favore di telecamere, e mani lì in basso. Chiaro, no?
Tutto per Napoli. Aveva voglia di una notte così, da tanto, troppo tempo. S’è preso la scena, ma non si prende la gloria tutta per sé. Si è esaltato in campo ma esalta il Napoli e tutta Napoli: “
Abbiamo vinto una grande partita contro una grande squadra. Abbiamo tirato fuori le unghie. Voglio ringraziare la squadra che ha fatto una partita fantastica. Dico grazie ai tifosi, questa partita è per loro, per tutta la città”.Tutto per il futuro. Un centravanti di razza ha bisogno del gol, una squadra ha bisogno di una vittoria per ritrovare se stessa, per riconquistare l’identità smarrita. Era in fondo questo il senso del lungo viaggio del Napoli in Qatar. La
Supercoppa può cambiare il corso di una stagione nata nel segno maledetto del preliminare di Champions, l’Athletic Bilbao che si prende la fase a gironi e le lacrime di
Higuain a scavare rughe profonde nel volto del Pipita e nell’anima di questo Napoli.
Tutto può cambiare. In vacanza si va con il terzo posto in classifica in mano e con questa coppa scintillante in bacheca, a ricordare al Napoli, a questo Napoli, di cosa è capace quando pensa e gioca da grande. Higuain ne è convinto, il passato è alle spalle e
il meglio deve ancora venire: “
Abbiamo bisogno di un trionfo come questo per uscire dal tunnel. Dobbiamo avere più continuità in campionato. Se giochiamo così, possiamo puntare in alto. Sì, sono convinto: possiamo fare una grande stagione“.
Numeri d’oro. Era il duello più atteso, il Pipita contro l’Apache. E i due argentini, fino a pochi mesi fa rivali solo in campionato ma ora concorrenti anche nella Seleccion, non hanno tradito le attese. Tevez ha colpito due volte, Higuain ha però risposto come sa. Trascinando il Napoli alla doppia rimonta, urlando anche dopo il rigore segnato contro Buffon, per dare ancora la scossa, altra carica ai suoi compagni. Con la doppietta di ieri sera, Gonzalo sale a quota 12 centri stagionali: 7 in campionato, 2 in Europa League, uno nei preliminari di Champions contro i baschi e, appunto, la doppietta alla Juve.
Lui e la Signora. Due reti dal sapore speciale, specialissimo: aveva incrociato la Juve quattro volte in carriera, due in Champions con il Real e due volte in campionato nella passata stagione, battendola una sola volta (l’anno scorso, al San Paolo) ma senza riuscire mai a colpirla. Uno, due, anche tre se contiamo il rigore: tutto in una notte.
E con la doppietta aggancia Careca a quota 2 nella classifica marcatori del trofeo: il brasiliano bussò anche lui due volte contro la Juve nel 5-1 al San Paolo.