Per la prima volta contro lo Young Boys la contestazione si è spinta fuori dallo stadio. Ed è fuori lo stadio, nella rampa che porta al San Paolo, che questo pomeriggio si concentrerà gran parte delle forze dell’ordine che sono mobilitate per la gara con il Verona. Il piano di sicurezza che è stato predisposto negli uffici di via Medina prevede, infatti, la massima attenzione sia al momento dell’arrivo del bus del Napoli che alla sua uscita. Ma si tratta solo di due criticità potenziali. Ieri, per esempio, in occasione dell’allenamento degli azzurri a Castel Volturno, c’erano circa una ventina di agenti di polizia: un po’più del solito, ma il centro tecnico del Napoli non era certamente blindato. Fuori, peraltro, a parte qualche ragazzotto, non c’era nessun tifoso.
Né oggi il San Paolo sarà blindato. Controlli sì, ma niente di straordinario. In assenza di tifosi dell’Hellas-il settore ospite è chiuso per il divieto del Viminale-polizia e carabinieri presidieranno soprattutto le zone adiacenti gli accessi agli spogliatoi. Per gli uomini della questura di Napoli è assai importante l’assenza del tifo scaligero: da tempo tra i sostenitori azzurri e quelli giallo-blù è in atto una guerra silenziosa. Combattuta, fino a ora, nella penombra di cori e striscione.Venticinquemila spettatori circa. Poco più di 15 mila i tagliandi venduti che si aggiungono agli 8.500 abbonati. Insomma, pieno a metà ma è solo un modo di dire. L’effetto San Paolo è un ricordo, ormai solo con il Chievo è stato abbondantemente superata quota 35 mila, poi è stato un flop continuo: dai 18 mila della gara col Palermo, ai 23 mila col Torino.
La punta più bassa in occasione della partita di Europa League con lo Sparta (13 mila). Più degli striscioni e dei cori delle curve è questo il vero segnale della frattura esistente al momento tra Napoli e il Napoli. Nel frattempo, oggi torna al San Paolo il cardinale Crescenzio Sepe. Lo fa perché prima della gara con il Verona ci sarà la premiazione della squadra che ha vinto il torneo diocesano e che ha visto la partecipazione di 65 parrocchie e di 2.500 ragazzi. Il torneo è iniziato il 26 gennaio scorso, guarda caso alla vigilia della trasferta del Napoli a Verona. Quella volta, il vescovo di Napoli si lasciò andare a un pronostico («S.Gennaro farà vincere il Napoli 3-1») che scatenò molte reazioni a Verona. Sepe torna al San Paolo dopo circa 7 anni di assenza. L’ultima volta fu in occasione del ritorno in serie A degli azzurri.
Il cardinale era in tribuna al fianco di De Laurentiis e dell’allora ministro della giustizia Mastella. Finì 2-0 per il Cagliari e un tifoso ammonì:«Eccellenza, non torni più… non la meritano». Tre anni dopo, a Folgaria, nel corso dell’abituale benedizione estiva nel ritiro della squadra, il cardinale spiegò divertito: «Io al San Paolo? No, non vengo più: porto male». Forse per questo, nel programma diffuso ieri della manifestazione, è scritto tutto in stampatello, all’ultimo rigo, che al termine della premiazione «l’arcivescovo rientra in Episcopio». Tradotto,non assisterà alla gara in tribuna. Nella città della scaramanzia, pure Sua Eccellenza non può che farsene una ragione.
Fonte: Il Mattino