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Buongiorno: “A sei anni giocavo in porta, poi mia madre mi fece cambiare ruolo! Spalletti? Ti insegna tanto sia nel calcio che umanamente. Vi svelo qual è il mio obiettivo”

fonte foto: Instagram @ale.bongio

Alessandro Buongiorno, difensore del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Vivo Azzurro Tv. In questa, ha parlato sia di perché fa il difensore sia del suo inserimento in Nazionale, oltre che del suo rapporto con il Ct Luciano Spalletti. Di seguito, le sue dichiarazioni.

“È un momento altissimo della mia carriera, sono contentissimo di essere qui e di rappresentare la Nazionale. Cerco sempre di dare il massimo per la maglia azzurra. Rappresentare la maglia della Nazionale è sicuramente un onere ma anche un onore. Quando ero piccolo, la si viveva come un sogno, quindi guardavo la Nazionale giocare, sperando nel profondo del mio cuore di poterci arrivare. Ho sempre fatto gli album delle figurine, e c’erano i miei nonni che mi compravano quando ero più piccolo. Quando ho trovato la mia figurina è stata una bellissima emozione. Quando sei piccolo vedi i giocatori come degli eroi, speri di poter arrivare in quell’album”.

“La passione da difensore è nata un po’ per caso. La primissima esperienza che ho fatto è stata in porta, poi mia madre aveva paura che lì prendessi freddo, quindi mi hanno spostato più in avanti. Da lì, ho iniziato a fare il difensore e non ho più smesso. Sono sempre andato bene a scuola, mi sono sempre impegnato e reputo che studiare ti apra la mente e ti aiuti sia nella vita che nel calcio. Quando ho fatto il liceo studiavo anche fino alle 3 di notte. La mattina magari quando avevamo gli allenamenti presto arrivavo mezz’ora prima per farmi interrogare. Poi una volta diplomato ho deciso di continuare con una triennale ed ora una magistrale in management dello sport. Ho notato la differenza tra quando studio e l’anno sabbatico post diploma: c’è una differenza abissale sia nel pensiero in campo che nella vita”.

“Stare vicino ai bambini meno fortunati è una cosa che mi preme molto e mi piace fare. Conosco varie associazioni che si occupano di calcio insieme ai bambini. Noi ci preoccupiamo di tante cose, siamo tristi per alcune cose, invece questi ragazzi riescono magari a tirare fuori un sorriso con le piccole cose. Tante volte andavo io a trovarli con l’idea di poter insegnare loro qualcosa, ed invece sono loro che insegnano a me”.

“La prima convocazione in Nazionale è stata molto particolare. Io ero in vacanza in Spagna con degli amici, arrivato da due giorni. Il giorno prima della chiamata feci uno scherzo, dicendo loro che ero stato chiamato e che dovevo andar via. Da un lato erano contenti, ma dall’altro li abbandonavo. Poi il giorno dopo è avvenuta davvero. Ho preso l’aereo e raggiunto l’Olanda. Ho visto che Mancini voleva inserirmi. Poi quando mi schierò titolare per la prima volta ero contentissimo”.

Spalletti? Ho un bellissimo rapporto. Ci parliamo e sentiamo al telefono, è una persona che ti fa crescere sia come calciatore che da essere umano per le cose che dice e cerca di trasmettere sia al gruppo che per le cose che ne stanno fuori. Sono migliorato e spero di continuare a farlo. Oggi serve impostare e saper giocare la palla, serve saper trovare i filtranti giusti e credo di essere migliorato in questo. Il Ct ci aiuta molto e spero di migliorare ancora”.

“Il mio obiettivo è di essere felice e sereno, per fare questo bisogna passare dal continuo miglioramento, dall’impegnarsi sempre per cercare di raggiungere successi. Umanamente, tentare di essere profondi, stare con la famiglia e gli amici per riuscire a raggiungere quella serenità”.

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