La sessione estiva di calciomercato del Napoli della stagione 2024/25 è da annoverarsi tra le più surreali di cui si abbia memoria. L’ambiente, galvanizzato dall’arrivo di Antonio Conte, ha immaginato acquisti di importante caratura, portati anche dal carisma del nuovo tecnico. Questo clima, è stato favorito da dei primi giorni decisamente positivi. In questi, sono stati chiusi Rafa Marin, Leonardo Spinazzola (da svincolato) e Alessandro Buongiorno. In particolare quest’ultimo arrivo, soffiato alla concorrenza di vari top club e per l’importante cifra di 35 milioni di euro, ha fatto pensare che tutto stesse filando liscio. Dalla sua ufficializzazione però, datata 13 luglio, è arrivato un solo calciatore, ovvero David Neres, annunciato ieri 21 agosto. Certo, sono sorte delle coincidenze sfortunate, oltre che degli errori non subito visibili. Dunque, può un mercato che doveva essere di rivoluzione trasformarsi in uno fatto di rimpianti?
Torniamo al 13 luglio, data dell’annuncio di Buongiorno. Stando alle voci che giravano, l’unico arrivo possibile sarebbe stato quello di Mario Hermoso a 0 (mai concluso). Per altri affari, sarebbe stata necessaria la cessione a peso d’oro di Victor Osimhen. Una volta portata questa a termine, sarebbero arrivati il nuovo centravanti (Lukaku, siamo ancora in trattativa), un esterno d’attacco (rivelatosi essere Neres, ufficializzato), possibilmente un fluidificante a destra, dove per ora c’è solo un enorme accavallarsi di nomi. Per altri acquisti, sarebbero servite delle uscite nella relativa casella (es. Cajuste-Brescianini o Gaetano-Gilmour). L’evolversi di alcune situazioni kafkiane (su tutte quella di Folorunsho), ha portato il Napoli, a pochi giorni dalla fine del mercato, a ritrovarsi indietro nella costruzione della rosa. In questo hanno sicuramente influito due gare poco felici, ma è innegabile che bisognasse arrivare con tutt’altra squadra ai nastri di partenza.
L’errore principale, appare chiaro e tondo, riguarda la gestione di Osimhen. Negli ultimi giorni di dicembre 2023, è stato confezionato in fretta e furia il rinnovo di contratto. In questo, è presente una clausola rescissoria di 130 milioni di euro, oltre che un compenso annuale al calciatore di 10 milioni. La mossa, serviva sia per dare forza contrattuale alla società partenopea, sia per segnare una base per le acquirenti: le negoziazioni partono da qui. Raccontato così, sembra tutto rose e fiori: il Napoli lascerà partire il centravanti dello scudetto a peso d’oro, e con i suoi soldi potrà ricostruire il gruppo. Ma, l’intoppo del mercato nasce proprio da ciò che doveva esserne il motore.
Ad oggi, nessun club ha intenzione di pagare la clausola, o di soddisfare le richieste economiche del calciatore. Il Psg ha trovato l’intesa con l’entourage (e di conseguenza il gradimento del nigeriano), ma non l’accordo con De Laurentiis. Difficilmente i parigini offriranno le cifre previste dalla clausola, anzi, la proposta più concreta risulta essere l’aggiunta nell’affare di Khvicha Kvaratskhelia, per un totale di 200 milioni. Questa, è stata prontamente rigettata al mittente. Ad oggi, la squadra di Luis Enrique non ha liberato la casella nella quale dovrebbe inserirsi Osimhen. Dunque, la società francese può giocare al ribasso, facendo leva sulla volontà del calciatore. Al momento, però, nulla di particolarmente concreto.
Discorso diverso per il Chelsea (club proprietario del cartellino di Lukaku). I londinesi hanno il potenziale per versare i 130 milioni nelle casse dei partenopei, ma non il sì di Osimhen, promessosi al Psg. I Blues non vorrebbero soddisfare le sue richieste d’ingaggio. Dal canto suo, il Napoli ha provato ad inserirlo in un affare che vedeva coinvolto proprio il belga, e forse qualche altro esubero. Anche quest’ipotesi è al momento lontana dal concretizzarsi. Sullo sfondo, rimangono l’Arsenal, la cui strategia non è però molto chiara, e la pista araba, unica da cui si possono trovare tutti i soldi sia per la società che per il calciatore. Quest’ultima non incontra però il consenso dell’attaccante.
Nel progetto studiato tra dirigenza ed entourage è mancato un tassello importante: la certezza. Quando si compie un’operazione come questa, serve che il tutto avvenga con sicurezza. Questo, non è stato fatto. Una volta trovato l’accordo per il rinnovo, bisognava cominciare ad instradare la strada per la cessione. Altrimenti, in corso d’opera, sarebbe potuto succedere di tutto. Il caso, ha voluto che questo mercato fosse uno dei più difficili degli ultimi anni, forse secondo solo a quello del post-covid. Specie per le punte, c’è stato poco margine di manovra, soprattutto tra le big.
Sono pochi i grandi movimenti: il Real ha finalmente abbracciato Mbappè, l’Atletico Madrid (liberatosi del neo-milanista Morata) ha fiutato il grande affare Julian Alvarez, desideroso di affermarsi al di fuori del Manchester City, rinunciando così a Kolo Muani (di proprietà del Psg) e “inguaiando” il Napoli nella cessione di Osimhen. L’effetto domino degli attaccanti, prevedeva l’approdo del nigeriano a Parigi proprio dopo la partenza del francese ai Colchoneros, cosa che però non è mai avvenuta.
Per le altre contendenti invece, i discorsi sono differenti. Il Chelsea ha forse altri problemi con cui confrontarsi, l’Arsenal ha nel mirino Gyokeres (ancora allo Sporting Lisbona, dove gioca e segna)e le arabe sono le meno preferite dell’ex Lille. Però, con le scuse non si va da nessuna parte. Una mossa del genere andava ultimata sotto ogni aspetto nei mesi precedenti. Il risultato è un calciatore fuori dal progetto, ansioso di cambiare aria, ma che rischia di trascorrere un anno in tribuna, percependo però uno stipendio enorme. Una cosa molto difficile da digerire. Nelle prossime sessioni di mercato, inevitabilmente, le richieste caleranno.
Questo errore denota poca capacità di programmazione, sulla linea della ricerca del sostituto di Kim Min-jae. Anche in quel caso, pur conoscendo la situazione contrattuale del calciatore, non si è operato in tempo e soprattutto con lucidità. Questo affare mancato, è l’ultimo residuo della disastrosa annata 2023/24, i cui strascichi si faranno ancora sentire.
Viste le difficoltà nella cessione del numero 9, la società ha deciso di proseguire ugualmente con gli acquisti, così da non perdere ulteriore tempo. Dopo l’ufficializzazione di David Neres, sembra vicinissimo l’arrivo di Billy Gilmour dal Brighton. Per Romelu Lukaku invece, pare tutto ben instradato. A questi, potrebbero seguire l’approdo di uno tra Scott McTominay (solo in caso di partenza di Osimhen) o Sofyan Amrabat e di un terzino destro, il cui nome però non è ancora chiaro. Viene dunque spontaneo da dire: non si poteva agire prima così? La stagione è già iniziata e Antonio Conte ha dovuto giocare le prime partite con una squadra incompleta. Consegnare prima il materiale al tecnico, sarebbe stata la scelta giusta, anche per consentirgli di lavorare al meglio su testa e condizione. È ben chiaro il tipo di lavoro richiesto dall’allenatore, e non è semplice adattarsi da subito.
Il lato ironico di tutte queste trattative, però, è che paiono destinate ad andare in porto. Alcuni di questi, sembrano essere i classici affari last minute. Per fare un esempio, il Chelsea ha un disperato bisogno di vendere, e Lukaku è forse l’indiziato numero uno, visto l’elevato ingaggio che percepisce. Davvero il club londinese, fortemente bisognoso di ridurre i costi, può chiedere per tutto questo tempo i soldi della clausola?
Nelle ultime ore di mercato, un’offerta come quella proposta dal Napoli (5+25 di obbligo di riscatto) sarebbe oro colato. Stesso discorso si può fare proprio per Osimhen. Ormai la sua permanenza a Napoli è segnata, ed un accordo può arrivare a qualsiasi ora, anche per una cifra più bassa dei famosi 130. La sua cessione, d’altronde, farebbe bene ad entrambe le parti. Meno alla società se dovesse intascare meno euro. Ne viene fuori che gli errori non siano solo nella programmazione, ma anche nei calcoli.
Ma in caso Osimhen restasse, cosa fare? Tenere un professionista sotto contratto in tribuna, specie quando percepisce quello stipendio, è parecchio doloroso. Tuttavia, reintegrarlo sarebbe un qualcosa di assai delicato. Lo spogliatoio potrebbe risentirne, e c’è il rischio che si creino nuove fratture. In un momento dove è necessario ricompattarsi, è la cosa peggiore. Come detto prima, questo è uno dei tanti dilemmi della stagione 2023/24, dove il lavoro sul mercato è stata fallimentare. Nessuno degli acquisti è rimasto alla base, eccezion fatta per Mazzocchi e Ngonge (anche lui indiziato a lasciare).. A questo, si aggiunge la cattiva gestione di Lozano, Zielinski e appunto Osimhen. Sta qua la spiegazione al calciomercato di quest’estate: è figlio di un’annata confusionaria che ha ancora il suo peso nella mente dei tifosi e nelle decisioni del club.
In tutto questo però, Giovanni Manna non va crocifisso. Il Ds è una figura del nuovo corso societario, e non è responsabile dello scellerato accordo con il nigeriano. Per giudicare il suo operato, saranno necessarie almeno un altro paio di sessioni di mercato, dove si potranno valutare i suoi arrivi e le sue partenze. Al momento, ha solo potuto prendere in mano dei discorsi già avviati e molto difficili da sbrigliare al meglio. Anche se al Napoli i soldi non mancano, non sono la chiave per risolvere i tanti problemi. Non servono solo acquisti e cessioni indovinate, ma bisogna ricreare un ambiente tranquillo, cosa che al momento non c’è e di cui il calciomercato risente. E perché queste cose possano correggersi, serve il lavoro di tutte le parti. Non sarà semplice, ma questa è un’altra storia.