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Caprile: “Napoletano per il cibo, veneto per puntualità. Napoli? Sarebbe il coronamento di un sogno”

Elia Caprile è un giovanissimo portiere di proprietà del Napoli. Chievo, Leeds, Pro Patria, Bari e, finalmente, la Serie A con l’Empoli: una lunga gavetta la sua. Ora, però, si sogna in un grande club e quel grande club è proprio il Napoli. “Sarebbe il coronamento di un sogno”, ha rivelato a Sportweek. Proprio alla nota rivista ha rilasciato una lunga intervista. Ecco quanto rivelato dalla nostra redazione.

 Perché proprio portiere?

Ho cominciato nel 2006, quando l’Italia vince il Mondiale. La prima maglietta che mio padre Luigi mi portò a casa era proprio quella di Buffon in Nazionale, color oro. Leeds? Al Chievo non mi è mai stato fatto un contratto da professionista. Non pretendevo la luna, solo il necessario per mantenermi. Mi avevano cercato pure dei club importanti, ai quali il Chievo aveva chiesto grosse cifre. A quel punto, con i miei agenti ho preso al volo la possibilità di passare al Leeds. Dopo un anno e mezzo torno in Italia, alla Pro Patria: avrà sempre un posto speciale nel mio cuore. A Bari miglior portiere della B? Lo stai dicendo tu… Ho capito di aver alzato il livello. La città mi è entrata dentro, così come a tutta la mia famiglia”.  

Esordio con l’Empoli e subito una “papera” sul gol decisivo di Bonazzoli? 

“Eh, sì, la classica c****a… Quando commetto un errore, non mi tormento più di tanto, perché quello del portiere è un ruolo infame. E una settimana dopo mi sono fatto male alla caviglia, a ridosso del mio compleanno: 40 giorni fuori. È stato il momento peggiore”.

Pregi e difetti?

Pregi: l’equilibrio interiore e il coraggio nelle uscite. Sono propositivo, bravo a far ripartire velocemente l’azione. Difetti: a volte sono troppo determinato nell’andare dritto per la mia strada”.

Papà napoletano e mamma veronese: ti senti più napoletano o più veronese? 

“Cinquanta e cinquanta. Sono napoletano nella voglia di cibo: non è fame, è che, a me, mangiare piace proprio. Davanti a una pizza non mi tengo. Sono veneto per puntualità e perché sono “preciso” nella testa, ma anche papà è puntuale”. 

Ci pensi che potresti essere allenato da Conte? 

“Divertente… Giocare nel Napoli sarebbe il coronamento di un sogno, mio da calciatore e di papà come tifoso. Ma pure mamma, che è veronese, dice che vorrebbe vivere a Napoli”.

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