Cosa è rimasto oggi del Napoli che nella prima metà del 2023 ha stupito mezza Europa arrivando meritatamente a vincere il terzo scudetto? La squadra allenata da Luciano Spalletti si distingueva per un gioco spumeggiante e per la netta superiorità nei confronti degli avversari anche sulla base dei singoli interpreti. Il Napoli della stagione 2022/2023 sembrava quasi sempre avere in mano il controllo della partita. Lo dimostra il fatto che a fine campionato il vantaggio sulla Lazio seconda in classifica fu di ben 16 punti. Inoltre, i partenopei riuscirono a raggiungere per la prima volta nella loro storia i quarti di finale di Champions League. Con l’addio di Spalletti e l’avvento di Rudi Garcia in panchina, però, la situazione è rapidamente cambiata. Diversi giocatori sono apparsi visibilmente astiosi nei confronti del nuovo allenatore e il rendimento di alcuni è calato fin troppo, conservando il trend anche con il ritorno di Walter Mazzarri all’ombra del Vesuvio.
Se capitan Di Lorenzo continua ad essere lodato come uno dei migliori stacanovisti della Serie A, raramente prestato all’errore, non si può dire altrettanto di altri pezzi grossi della rosa azzurra, a partire da Alex Meret, da tempo finito sul patibolo mediatico. Non sono pochi i tifosi che preferirebbero vedere un altro portiere a difendere i pali azzurri. Meret viene tacciato spesso e volentieri di scarsa esperienza internazionale e c’è chi lo ritiene inadeguato per una big come il Napoli. Invero, l’estremo difensore partenopeo sta soffrendo anche delle pecche dell’intero reparto difensivo, molto meno attento rispetto all’anno scorso. Con la partenza di Kim sono nettamente aumentate le responsabilità di Amir Rrahmani e soprattutto di Juan Jesus, ritrovatosi titolare quasi a sorpresa, considerando che il nuovo arrivato Natan ha avuto bisogno di qualche mese di ambientamento per iniziare a giocare con continuità.A deludere a centrocampo è stato invece Jens Cajuste, preso in estate dallo Stade de Reims. Descritto come un mediano molto fisico e abile negli inserimenti, finora ha spesso fatto storcere il naso ai tifosi. Lo svedese non si era presentato certo nel migliore dei modi, procurando un rigore in favore del Frosinone nella prima giornata di campionato. I punti di riferimento in mezzo al campo vengono individuati ancora nei soliti Zielinski e Lobotka, anche se quest’ultimo risulta più compassato rispetto a qualche mese fa. A dispetto dello scarso utilizzo Eljif Elmas rimaneva uno degli uomini più in vista della rosa, ma a dicembre il macedone ha scelto di sposare la causa del Lipsia pur di trovare maggiore minutaggio. Insomma, il Napoli si ritrova per certi versi con la coperta corta e non è riuscito a rinnovare come sperava.Anche in avanti non sono mancate le sorprese in negativo. Su tutte spicca la figura di Khvicha Kvaratskhelia, che all’inizio dello scorso campionato impiegò poche giornate per guadagnarsi il soprannome di “Kvaradona”. Oggi l’esterno georgiano appare francamente irriconoscibile, fatica a saltare l’uomo e sembra perdersi puntualmente in quella giocata in più che alla fine gli impedisce di andare efficacemente a rete. Il Napoli di Spalletti puntava molto sul numero 77, ma i dati di quest’anno non sono assolutamente paragonabili a quelli della passata stagione. Kvaratskhelia sta mancando di incisività e sono state già parecchie le occasioni in cui il risultato è stato inficiato dai suoi errori, tanto che la media punti di Mazzarri oggi è persino inferiore a quella di Garcia. Serve un cambio di registro.Tra gli esterni offensivi degli azzurri, però, si deve segnalare anche il caso di Jesper Lindstrom, prelevato dall’Eintracht Francoforte. Un trequartista puro adagiato sulla fascia, che è diventato però un oggetto misterioso della rosa partenopea. Nelle prime 13 presenze accumulate tra tutte le competizioni fino a fine dicembre non sono arrivati né un gol né un assist. L’investimento non sta affatto ripagando. Ne consegue che il peso dell’attacco ricade tutto sugli altri giocatori. Victor Osimhen è ancora oggi impattante e Matteo Politano trova volentieri la giocata, mentre Giacomo Raspadori avrebbe bisogno forse di maggiore fiducia per riuscire a tradurre in campo tutto il proprio estro.