Nel nuovo Napoli di Rudi Garcia ci sono alcuni problemi, non è più la squadra che lo scorso anno ha vinto il campionato con 20 punti di vantaggio dando prove di forza continue. Gli azzurri hanno perso tanto soprattutto nel reparto che l’anno scorso si è rivelato determinante, ovvero il centrocampo, guidato da Lobotka, che ha al suo fianco Zielinski ed Anguissa. Sin dalla gara col Frosinone il trio in mezzo al campo sembrava diverso, il camerunense ex Fulham più accentrato con lo slovacco, mentre Piotr ad agire quasi da trequartista. Sin dalla sfida con i ciociari però quello che si è notato è la distanza tra i 3 centrocampisti e il reparto difensivo, soprattutto nelle ripartenze delle squadre avversarie. La vicinanza di Anguissa a Lobotka e l’avanzare di Zielinski sembrano aver tolto qualcosa ai tre centrocampisti, che l’anno scorso si muovevano a meraviglia, trovandosi quasi ad occhi chiusi. Il numero 99 ex Fulham però sembra sulle gambe, non corre più come nella passata stagione, e molto spesso perde palloni banali, come nella sfida con il Braga quando commette fallo al limite dell’area su Ricardo Horta. Nell’atteggiamento l’ex giocatore del Marsiglia, che Garcia aveva già allenato, non dà più la stessa impressione di quello che aveva formato Luciano Spalletti, ovvero di un centrocampista totale che recuperava palloni ed andava in sovrapposizione sulla fascia destra al posto di uno tra Di Lorenzo e Politano. Per quanto riguarda Stanislav Lobotka, faro del centrocampo di Spalletti ed uno dei migliori d’Europa nella passata stagione, il problema sta nel fatto che non riceve più la palla come nella passata stagione, gestisce meno possessi e per la maggiore deve ripiegare sulle ripartenze avversarie piuttosto che dare inizio all’azione dei suoi. Nella stagione magica degli azzurri l’ex Celta era imprescindibile per la manovra dei suoi, mentre in questa stagione sembra quasi aver perso tutti i movimenti che lo avevano portato al top in Italia e non solo. Il tecnico francese in conferenza stampa più volte ha ammesso che nella sua squadra tutti devono essere in grado di palleggiare, ma questo toglie libertà a Lobotka, che così si trova a gestire molti meno possessi, ed ha compiti che non sempre gli competono. In fase di manovra si passa spesso dai piedi di Anguissa e Zielinski, che non sempre riescono a trovare la linea di passaggio giusto, e sono costretti a tornare dalla difesa. Proprio il centrocampista polacco a Frosinone aveva dato prova della propria forza tecnica e mentale, disorientando più volte i difensori avversari, ma questo non sempre gli riesce, e proprio per questo il mister dovrebbe ritornare a far gestire i possessi allo slovacco, dando più libertà agli altri due centrocampisti, che così possono attaccare meglio gli spazi che vengono lasciati liberi al centro da Osimhen. Il tempo degli esperimenti per gli azzurri è ormai andato, la squadra deve riprendere ad essere quella vista nelle prime due sfide, ritornando a far passare le azioni dai piedi del geometra col numero 68. L’altro grande problema sta nella famosa distanza tra reparti, molto spesso la squadra di Garcia ha rischiato di prendere reti a causa della differenza che c’è tra l’altezza dei tre di centrocampo e i quattro difensori, che molto spesso sono in 5, perché l’unico che rimane indietro è Lobotka. Bisogna lavorare sulla mente di questo gruppo, riportando tutti con i piedi per terra, e dando la possibilità di giocare al meglio, perdendo anche il bel gioco dello scorso anno, ma rimanendo con un’idea tattica che dia a tutti la possibilità di esprimersi al meglio, soprattutto a colui che lo scorso anno nel suo silenzio si è rivelato fondamentale, ovvero Stanislav Lobotka.