Cosa ci può raccontare l’Italia-Ucraina di Giacomo Raspadori

fonte foto: Instagram @azzurri

Ieri sera è andata in scena Italia-Ucraina, partita valida per le qualificazioni agli Europei del 2024. Luciano Spalletti ha optato per schierare Giacomo Raspadori dal primo minuto, suo centravanti di quel che definì il “4-2-3-0”. Il match, finito per 2-1, ha visto il calciatore emiliano giocare molto per la squadra. La sua prestazione ha aperto molti dibattiti. Alcuni, lo hanno considerato importante nella costruzione del gioco offensivo. Altri hanno invece sottolineato un’esasperazione dei compiti di lavoro e la poca cattiveria sotto porta. La verità probabilmente sta nel mezzo ma, scendendo più nel dettaglio, com’è stata la sua partita? E come può tornare utile questo suo modo di giocare al Napoli di Rudi Garcia?

Nel match di San Siro, Raspadori ha totalizzato 26 passaggi, con una precisione dell’81%. Di tiri ne sono arrivati 4, di cui 2 nello specchio. Se gli si può rimproverare una certa timidezza nel tiro, bisogna anche dire che in quelle occasioni il calciatore si è preparato molto bene. E al minuto 60, è necessario un grande intervento di Bushchan per negargli il gol. Dopo 72 minuti, Spalletti lo ha sostituito facendo entrare al suo posto il più prestante fisicamente Mateo Retegui. Nella partita di Raspadori però, c’è tanto altro oltre dei semplici numeri.

I suoi movimenti infatti, hanno aperto dei veri e propri varchi per i tanti giocatori di qualità di cui dispone la Nazionale. In alcune occasioni non si è dimostrato lucido come dovrebbe, ma nel complesso ha permesso una certa fluidità alla manovra offensiva della Nazionale. Grazie a lui, calciatori come Nicolò Zaniolo, Mattia Zaccagni e soprattutto il mattatore della serata Davide Frattesi hanno giovato di condizioni più favorevoli per esprimersi. Anche la prestazione di un singolo può essere condizionata dall’andamento di una squadra. Un raggio d’azione sia da numero 9 che da numero 10. La parola con cui si può descrivere la partita di Jack è: intelligente. D’altronde, il calciatore ha già abituato i tifosi del Napoli a prestazioni simili.

Come non ricordare la doppia vittoria contro l’Ajax, in cui i suoi movimenti hanno mandato in tilt la difesa degli olandesi ed esaltato l’abbondante qualità delle mezze punte partenopee. In quelle magiche prestazioni, Raspadori scambiava a più non posso con Kvaratskhelia e Zielinski, dando sia spettacolo che un’incredibile velocità alla manovra d’attacco. D’altronde, i giocatori di elevata qualità non hanno problemi a trovarsi e a dialogare. Se alla tecnica del georgiano e del polacco si aggiunge l’intelligenza dell’ex Sassuolo il tutto diviene un’arma bellissima quanto travolgente. Tornando al discorso Napoli, come Rudi Garcia può sfruttare queste abilità?

In queste prime giornate, il tecnico ha dimostrato di avere una certa fiducia nel numero 81. Ben due volte è partito da titolare facendo le veci di Kvaratskhelia, e nella sciagurata partita con la Lazio è subentrato senza però lasciar traccia. Da parte del calciatore si è vista tanta applicazione quanto sfortuna. Si è visto annullare un gol contro il Frosinone, mentre contro il Sassuolo avrebbe meritato la rete, che però non è arrivata sia per un rigore sbagliato, sia per un palo da posizione ravvicinata. Nel sistema del tecnico francese, in cui i due esterni giocano molto vicino al centravanti, Raspadori ha dimostrato di saperci fare, svariando per la trequarti avversaria. La sua duttilità suggerisce che avrà un certo spazio, soprattutto in questa posizione.

Però, a gennaio ci sarà la Coppa d’Africa, e con essa il Napoli vedrà partire Victor Osimhen. Ed è proprio qua che quella magia può essere riscoperta. Certo, la concorrenza di un importante vice come Giovanni Simeone suggerisce la nascita di soluzioni basate sull’argentino. Ma in un mese così importante e con un cospicuo numero di partite, si può pensare a Raspadori come centro di una manovra offensiva esplosiva. Poi, quando hai a disposizione Kvaratskhelia, Lindstrom, Politano ed Elmas tutto diviene meno difficile.

Con il georgiano ed il danese, lo spettacolo è assicurato. La loro qualità è fuori dal comune, e con l’ausilio dell’ex Sassuolo non può che venire valorizzata. I suoi movimenti, sono in grado di favorire gli inserimenti nella loro totalità. Dalle sue giocate può arrivare Politano dall’esterno, Zielinski sfruttando la sua tecnica, Anguissa e Cajuste grazie al loro fisico, e l’immancabile Di Lorenzo, sempre pronto a riempire un qualsiasi vuoto. Questo senza dimenticare come potrebbe dialogare sia con Victor Osimhen che con Giovanni Simeone. Certo, non agirà come quel centro favoloso, ma il suo giocare dietro il centravanti, può spalancare un gran numero di orizzonti.

Se c’è però uno sfizio che supera tutti gli altri, è quello di vederlo all’opera con Eljif Elmas. Il macedone non ha trovato molto spazio nel Napoli targato Garcia, ma di questo passo non faticherà ad averne. La sua condizione fisica è impressionante, e con la maglia della Macedonia del Nord è apparso famelico e voglioso di mettersi in mostra. Dalle sue vampate ci si può aspettare di tutto, sia la giocata più anarchica possibile che quella più pragmatica. Un talento del genere, supportato da un compagno come Raspadori, può trovare delle condizioni ottimali per crescere ulteriormente.

L’idea di schierare Jack al centro dell’attacco è da tenere in considerazione. D’altronde, Rudi Garcia ha già dimostrato di poter tenere in piedi un sistema del genere. Nella sua esperienza alla Roma, ha sfruttato la sensazionale tecnica di Francesco Totti per poter innescare l’incredibile velocità di Gervinho. Certo, al Napoli bisognerà lavorare su aspetti diversi, ma da un tecnico bravo come lui a valorizzare i calciatori di qualità e le mezze punte, non è da escludere questa eventualità.

Italia-Ucraina ha raccontato cosa potrebbe essere Giacomo Raspadori. Ha sviluppato dei pregi come il far giocare al meglio chi gli sta accanto. Deve invece migliorare in situazioni dove serve più cattiveria e furbizia, soprattutto nelle conclusioni. Perché un calciatore come lui non può solo creare spazi, ma deve anche totalizzare un certo numero di gol, qualità che non gli manca e che con il lavoro può emergere sempre di più. Una cosa però è certa: gli oltre 30 milioni investiti dal Napoli per lui non sono di certo stati spesi invano. Le premesse perché possa diventare un punto fermo dei partenopei ci sono, ora non resta che valorizzarlo.

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