Home Interviste Consigli, l’agente: “Il Sassuolo venderà cara la pelle contro il Napoli”

Consigli, l’agente: “Il Sassuolo venderà cara la pelle contro il Napoli”

Andrea D’Amico, agente del portiere del Sassuolo Andrea Consigli, è intervenuto nel corso della trasmissione Si Gonfia La Rete, in onda su Radio Crc.

“Non è che se uno cambia tutti i giocatori ha una squadra più competitiva. È indubbio che il Napoli l’anno scorso era una macchina da guerra sportivamente parlando. Quest’anno parte con un allenatore nuovo ed un organico abbastanza simile a quello dell’anno scorso. È una delle favorite per lo scudetto. La Juventus ed il Milan anche sono partite bene. Speriamo sia un campionato avvincente fino alla fine anche perché l’anno scorso lo ha proprio ucciso il campionato il Napoli”.

“Il Napoli che Sassuolo deve aspettarsi? Un Sassuolo sempre determinato a prescindere dalla partita persa contro l’Atalanta. Cercheranno di vendere a cara la pelle, anche se il Napoli ha dimostrato di essere una squadra con le individualità che fanno la differenza. La squadra quando è andata sotto ha avuto una reazione importante. È vero che tante volte diciamo che la squadra ed il gruppo fanno la differenza, ma quando hai a disposizione giocatori che possono cambiare la partita è un vantaggio importante”.

“La Coppa d’Africa? Personalmente io quest’anno ho perso un affare con la Championship inglese perché uno dei giocatori sarebbe andato a fare la Coppa d’Africa. Io sono stupito che i presidenti non abbiano fatto un fronte comune perché sono loro che ci mettono il denaro. Se io ho lo stadio e pago i giocatori non è giusto che tu ti tenga l’80%, le commissioni vanno al contrario. Vanno cambiati i rapporti di forza economica, altrimenti è inevitabile che prima o dopo i presidenti si sveglino. Soprattutto non è giusto che porti via i giocatori organizzando una manifestazione dove guadagni tu, il campionato lo fai quando io non gioco, questo dovrebbero dire i presidenti. È stato così anche per i Mondiali under 20. Non ha potuto partecipare gente come Terracciano perché giocava ancora con squadre di club. Gli imprenditori sono i presidenti e occorre qualcosa che rispetti la loro attività altrimenti devono avere il diritto di non mandare i calciatori”.

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