In una lunga intervista rilasciata al Corriere dello Sport, Paolo Cannavaro ha parlato dello scudetto conquistato dal Napoli.
Queste le parole dell’ex capitano azzurro: “Trentatré anni fa, con Diego, in un periodo storico particolare, equivaleva a un forte riscatto sociale, oggi è sigillo di garanzia per una città che già da tempo è capitale del turismo a livello europeo ed è in costante crescita. Ero in albergo a New York quando il Napoli ha giocato contro l’Udinese. Ho vissuto i primi festeggiamenti in taxi di rientro a casa ma grazie ai social è stato come esserci. Mi sono rifatto contro la Fiorentina: ero al Maradona coi miei figli, a fine partita ho voluto fargli capire cosa significasse il tifo partenopeo così li ho trascinati con me in curva e ci siamo divertiti a cantare coi tifosi”.
E ancora: “Lo scudetto è strameritato, ha vinto la squadra più costante e organizzata che ha ottimizzato tutte le risorse che aveva a disposizione. È stata un’annata perfetta e il merito è di tutti. Partita chiave? Quella al Maradona contro l’Atalanta, due a zero. È stata una prova di forza netta contro un avversario di valore. Ero allo stadio ed è come se il Napoli avesse voluto dire a tutti: guardate che qui non si molla. Era marzo ma il campionato era già finito”.
Poi, parentesi su Di Lorenzo: “Il mio idolo, l’emblema di questa squadra che rispecchia il mio modo di vedere il calcio: professionista, silenzioso, concentrato, serio. Non ha mai ostentato la fascia, è stato il capitano perfetto e sono contento di aver ricevuto la sua maglia dopo la vittoria a Torino contro la Juve. Cos’altro penso di lui, gliel’ho detto in privato”.