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Ciccarelli racconta: “Ecco la vera storia di Zielinski, vi spiego cosa ha fatto in Polonia”

Il giornalista Leonardo Ciccarelli ha pubblicato un post per raccontare la storia di Piotr Zielinski. Il titolo del post è “Piotr Zieliński, il calciatore degli orfanelli”.

Di seguito le sue parole: “Per me questa è l’immagine-scudetto. Non la maschera, non i tunnel, non le parate, questa. Perché in questa immagine Piotr Zieliński è tutti noi: accasciato a terra per una liberazione da un peso durato un’eternità. Tutti vanno da Raspadori, lui allarga le braccia, si lascia cadere e si mette a quatt ‘e bastoni, da solo. Lui, unico superstite di quei 91 punti insieme a Mario Rui. Eppure Zieliński sarebbe dovuto essere solo di passaggio: lo strappammo al Liverpool ma solo perché Piotr pensava che un passaggio intermezzo a Napoli prima della Premier avrebbe giovato alla sua carriera. E invece, quasi 2500 giorni dopo, è ancora qui. Un po’ anche per colpa sua eh… Piotr è un Kevin De Bruyne che non ci ha creduto abbastanza. Questa sua indolenza spesso mi ha fatto infuriare, perché non è Napoli la sua dimensione: Piotr è da Real Madrid, ce lo vedevo con Casemiro e Modric, come rimpiazzo di Kroos. Invece ce lo siamo tenuto noi e ha fatto la storia”.

“La sua di storia, quella personale, è ancora più bella probabilmente. Il papà è un insegnante di educazione fisica e tedesco e proprio in Germania si diverte nelle serie minori. Voglio parlarvi della mamma però: la mamma di Piotr è un’assistente sociale che nel 2002 si ritrova disoccupata e per passare il tempo aiuta una sua amica e sua zia a prendersi cura di alcuni bambini della città, diventerà il suo lavoro. Per molti anni ospitano a casa propria i figli di ragazze madri poverissime, magari abusati da genitori alcolisti. Vivono tutti insieme con la famiglia Zieliński e tutti in casa danno una mano. I baby Zieliński giocano spesso a calcio con questi bambini, diventati loro fratelli adottivi, e Piotr svetta su tutti. In realtà è proprio un bambino vivace e molto portato per lo sport: è il migliore a hockey, gioca benissimo a pallavolo ma è il calcio che lo conquista”.

“Giocare con tutti questi “fratelli” lo fa migliorare sia sul campo sia fuori. È tutto un mezzo per fare del bene però. Con i primi contratti da calciatore compra due case a Ząbkowice Śląskie per dare più spazio ai bambini e tutt’ora finanzia l’attività dei genitori, non solo economicamente. Quando torna a casa porta tanti regali ai “fratellini”, insieme alla moglie gioca con loro, li porta al parco, dal dentista, e va pure alle feste di compleanno. In quanti se ne sbatterebbero e darebbero solo i soldi? Tutti o quasi, invece lui sa che, da un certo punto di vista, è più importante la presenza che la moneta”.

Infine il giornalista ha concluso: “Questo lato di Zieliński non è molto noto perché lui non se ne vanta mai. Quando glielo chiedono in maniera diretta lui fa spallucce, sorride e ammette di aver aiutato ma non si fa grande, non si crede un eroe. Lui dice che è normale, una scelta naturale, perché tutta la sua famiglia fa così. Abbiamo visto tanti gol bellissimi di Zieliński a Napoli, quello più bello lo segna a casa sua però”.

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