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Non è finita!

Il primo quarto di finale per gli azzurri non è iniziato con la fortuna, elemento che spesso è essenziale, insieme alla bravura e alla determinazione della squadra, in competizioni così “nette”. Le assenze di Osimhen e Simeone hanno un peso enorme in una sfida importante, con Raspadori non al 100% della condizione fisica.

Già la mancanza del nigeriano ha reso meno affascinante la gara, perché è obiettivamente l’uomo in più in questa stagione, il condottiero, il fuoriclasse azzurro che, insieme a Kvara, ha regalato gol e assist a go go. Il Milan, galvanizzato dalla rosa completa e dal pubblico che ha presentato la serata con una coreografia iconica con il diavolo pronto a “strozzare” Pulcinella, ha vinto con un gol che è stato un replay di quello visto in campionato, ossia con palla persa da Mario Rui e Lobotka a centrocampo, ripartenza veloce e gol di Bennacer che marca per la seconda volta in cartellino in stagione.

Male, invece, l’arbitraggio che ha usato due pesi e due misure ammonendo Di Lorenzo e Kim per semplici recriminazioni, senza eccessi, con la responsabilità di squalificare per diffida il coreano in una gara di ritorno importantissima per il calcio mondiale. Nella prima frazione di gioco, infatti, aveva applicato un metodo diverso, ovvero quella di far giocare il più possibile. Questo ha sicuramente inficiato sul modus operandi dei calciatori che, nervosi già di per sé per il prestigio del match, hanno poi subìto il cambio di pensiero del rumeno che ha tuttavia penalizzato quasi tutto il secondo tempo. Nell’aria aleggia ancora un’aria positiva, nonostante le assenze sicure di Anguissa e Kim, la non sicurezza di rivedere Osimhen. Il Napoli è sceso in campo con l’orgoglio e la determinazione giusto. Al Meazza si è persa la battaglia, al Maradona ci sarà la guerra.

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