Giovanni Galli, ex portiere e doppio ex di Milan e Napoli, è intervenuto nel corso della trasmissione Si Gonfia La Rete, in onda su Radio Crc.
“Ho iniziato a giocare in Serie A giovanissimo, avevo circa 18/19 anni. La sfida tra Milan e Napoli ai quarti di Champions League? Tre italiane contro il Benfica per arrivare alla finalissima. Mi sembra che quella parte lì del tabellone questo ci ha detto. Milan-Napoli è anche un po’ la mia partita avendo giocato per entrambe le squadre. Ho vissuto il Milan degli olandesi ed il Napoli di Maradona e Careca. Decisi di venire giù al Napoli perché c’era l’opportunità di giocare la Coppa dei Campioni, volevo vincerla col Napoli. Purtroppo quella stagione non andò benissimo. Rivedere oggi questa partita, soprattutto essendo un quarto di finale di Champions League, è qualcosa di importante. L’anno scorso il Milan è andato oltre la più rosea delle aspettative e quest’anno il Napoli sta facendo benissimo, sta vincendo le partite perché questo è il suo obiettivo, non sfrutta gli errori dell’avversario, ma vuole vincere la partita perché vuole dimostrare il proprio valore. Mi diverto tantissimo a vedere giocare il Napoli, ci sono grinta, determinazione e fame”.
“Quando vinsi contro il Benfica in finale? La sua storia è un po’ strana, ma tanti la conoscono. Ci fu la maledizione che non avrebbero vinto per cento anni la coppa e il Benfica non ha più vinto le finali. Questa maledizione è stata spezzata l’anno scorso dalla squadra Youth League del Benfica. C’è da sottolineare il grande lavoro che stanno facendo lì. Il Napoli ed il Benfica sono la rappresentazione di come si dovrebbe fare calcio”.
“Pur essendo due squadre italiane, si vanno a giocare la Champions, quindi cambia tutto. Cambia l’aria, cambia l’arbitro. Cambiano i parametri e ti devi abituare. Devi giocare a ritmi diversi. Non è Milan-Napoli andata e ritorno di campionato, ma è un’altra roba”.
“Io a volte mi fermo e faccio delle riflessioni su temi come quello della Superlega. Sembra vogliano mettere in piedi la vecchia Coppa dei Campioni in modo diverso. Quelle 16 che partecipavano alla Coppa dei Campioni erano quelle che avevano vinto i rispettivi campionati. Oggi una squadra che è arrivata terza in campionato può vincere la Champions League. Con tutto il rispetto, perde un po’ il valore assoluto della Coppa dei Campioni. Probabilmente tirando fuori la Superlega vorrebbero avere più soldi a disposizione mettendo in un cerchio chiuso le squadre più titolate. Per me la Coppa dei Campioni dovrebbe giocarla solo chi vince lo scudetto, altrimenti non si chiamerebbe Coppa dei Campioni. Adesso vedo che addirittura la Supercoppa italiana è stata allargata alle altre. Se la Cremonese batte la Fiorentina è possibile vederla a giocarsi la Supercoppa? Questo è un sistema che vorrebbe trovare quattrini facendo giocare di più le squadre, ma questo comporta che le squadre devono attrezzarsi di più, le rose dovranno essere di 40 piuttosto che di 30”.