I napoletani in una serata hanno cacciato i tedeschi, migliorando la prestazione del 1943 quando ce ne vollero quattro. A parte gli scherzi, la prestazione e il risultato così netto visto in campo hanno addolcito ciò che di nefasto è successo fuori dal rettangolo verde che, diciamolo chiaramente, con il calcio non c’entra nulla.
La squadra di Spalletti è apparsa attenta, paziente e rapace nel recuperare la palla per far ripartire l’azione. Non c’era fretta di segnare, il gioco – nel primo tempo soprattutto – poteva essere lasciato all’Eintracht. La superiorità degli azzurri è sbucata fuori, come la capocciata sontuosa di Osimhen, solo alla fine facendo così uno scherzetto ai tedeschi. Nel secondo l’orchestra ha dato il meglio di sé, con un dilagarsi di reti e di dominio che, di fatto, hanno chiuso i conti anzitempo.
Peccato per lo stadio muto, un silenzio assordante ha accompagnato una serata storica, perché i quarti sono un tassello che solo stasera hanno potuto aggiungere, finalmente direi. Sembrava una chimera ma prima o poi le soddisfazioni arrivano, se si lavora con merito. Si abbassa il sipario con rose e applausi per un Napoli meraviglioso, aspettando venerdì per il sorteggio che potrebbe aprire nuovi importanti scenari…