Bertotto: “Se Spalletti mi chiamasse sarei un pazzo a non lavorare con lui!”

A Radio CRC nel corso della trasmissione “Si Gonfia la Rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Valerio Bertotto, allenatore ed ex calciatore:

“Spalletti? Luciano è sempre uguale a quello che è sempre stato. Poi l’età aiuta a migliorare tante cose, ma è sempre stato un grande tecnico e conoscitore del calcio e il suo percorso professionale lo ha sempre dimostrato. Ho avuto il piacere di essere allenato con lui, ci ha fatto arrivare in Coppa Uefa e ai preliminari di Champions League quando ero all’Udinese. Arrivare in Champions League per l’Udinese voleva dire vincere uno scudetto. È un tecnico capace che sa fare molto bene il suo mestiere, tiene molto alla gestione del gruppo e pone una base fondamentale perché i risultati possano esserci. Non ci sono risultati se non di squadra, il singolo fa qualcosa, ma serve il collettivo. Spalletti è sempre un guerrigliero, si fa rispettare e sa quando e come toccare certe corde. Sa quando puoi o devi affrontare delle cose o sa quando dare una carezza quando qualcuno sbaglia. La forza di questa squadra è data da un mix di fattori che sono tutti complementari. Quando hai la fortuna di avere una squadra forte, è un vantaggio perché tieni sempre alto il livello dell’intensità della partita. Ogni allenatore ha il suo vissuto, il proprio carattere e la propria identità. Il calcio è bello perché ognuno lo vede a proprio modo. C’è quello che tu conosci e metti in pratica in base ai calciatori che hai. Se una squadra ti asseconda nelle tue idee il risultato può essere più semplice. Nel Napoli ci sono contesti professionali di altissimo profilo. L’anno scorso ci è arrivato vicino e la proprietà ha dato la possibilità all’allenatore di migliorare la rosa. Rrahmani? All’interno di un periodo iniziale, un giocatore che si presenta in una squadra come il Napoli può commettere anche una sciocchezza. Gli errori li commettiamo tutti. Si tratta di aumentare la sicurezza delle proprie capacità. Se mi chiamasse Spalletti per entrare nello staff? È da un po’ di anni che alleno, se il mister dovesse mai chiamarmi per lavorare con lui sarei un folle se dicessi di no. C’è un’amicizia e una stima reciproca. Dai bravi c’è sempre da imparare”.

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