Manca ancora tantissimo tempo e punti alla fine del campionato, ma una primissima considerazione è possibile farla. A novembre, dopo la sfida contro Udinese che ha chiuso il 2022 calcistico, lasciando spazio ad un mondiale inedito a dicembre, molti avevano ipotizzato che la prima parte di stagione del Napoli non sarebbe stata replicabile da gennaio in poi.
Questi pensieri sono stati frutto sicuramente delle precedenti gestioni di Spalletti, che in quella parte di stagione ha obiettivamente sempre trovato un po’ di difficoltà per un calo, in particolare, fisico della squadra; probabilmente le preparazioni estive fatte ad alta intensità avevano portato ad una inevitabile flessione dopo un tot. di partite giocate ad alta intensità, considerando, per di più, le fatiche delle gare in Champions. Gli azzurri, alla ripresa, invece, non solo hanno stupito in positivo ma hanno anche migliorato il loro score: una sconfitta e 5 vittorie consecutive, un filotto che nessuno – forse solo il più ottimista al mondo – avrebbe potuto predire. E pensare che il k.o. contro l’Inter aveva già fatto storcere il naso a molti. In questa seconda parte, dunque, ciò che più salta all’occhio è la consapevolezza di essere i più forti e, dunque, avere una responsabilità anche nei confronti dei tifosi, i quali hanno, specularmente, imparato a vivere determinate emozioni con un sano equilibrio ed entusiasmo.
Il collante tra squadra e tifoseria non può non essere Luciano Spalletti, che sin dal primo giorno predica calma e tranquillità, elementi imprescindibili se si vuole per bene e se si vive e si conosce un ambiente caldo come quello partenopeo. Nonostante l’ampia differenza rispetto agli avversari in questa serie A, non si è mai scomposto ed, anzi, ha mantenuto un appeal che dà garanzie ulteriori in un ambiente che ha bisogno di estrema serenità. Tutti uniti verso un unico obiettivo, lontani dalle polemiche che possono scaturire dall’esterno: in questo momento sia chi gioca di più che chi gioca, inevitabilmente, di meno si trovano sulla stessa linea d’onda perché la forza e l’unione di uno spogliatoio sono indubbiamente il segreto del successo. Questo è un gruppo di ragazzi vogliosi ed intelligenti, talentuosi e che hanno la giusta ambizione di voler trionfare per la prima volta.
Riportare uno scudetto dopo 33 anni in una città come Napoli significa avere carattere e personalità, aldilà delle esperienze che hanno potuto maturare. Un plauso a tutto l’ambiente, dal magazziniere all’ultimo dei panchinari, come spesso ama dire Spalletti, perché si vince tutti insieme e tutti insieme si arriva alla vittoria.