Antonio Corbo, nel suo editoriale per Repubblica, si sofferma sull’assenza di Osimhen: “Dall’Europa all’Italia, la tredicesima vittoria consecutiva restituisce due Napoli. La squadra si sdoppia in due immagini. Un giocatore fa la differenza. È Osimhen. Quando manca, i compagni sono liberi di non cercare solo lui, si svincolano dal suo monopolio di unico terminale del gioco, si muovono in allegria spensierata con triangoli stretti e tagli rapidi alle spalle dei difensori avversari. È sinfonico il fascino del collettivo. La partita di Roma invece certifica la potenza risolutiva dell’altro Napoli, quello che spacca anche la difesa granitica della Roma con la violenza bizzarra di Osimhen.
Spalletti lascia in panchina sdraiati e pensosi due attaccanti che sarebbero nelle attuali condizioni titolari in quasi tutte le squadre europea. Fuori Osimhen e Kvaratskhelia, sembra incredibile, il Napoli si esalta e diverte in una rappresentazione magistrale di tecnica e sinergia, di puntualità istintiva, di fluidità progressiva. Avanza sul campo come se leggesse segnali criptati sullì’erba”.