Home News Lo sport che non ci piace

Lo sport che non ci piace

L’ultima di campionato, una partita assolutamente tranquilla perché sia il Napoli che lo Spezia hanno portato a casa i loro obiettivi già da tempo: Champions e salvezza. Insomma, un finale che aveva poco da dire eppure uno spaccato di partita avrà uno strascico di polemiche e riflessioni importanti. Dopo poco il gol di Politano, al quarto minuto di gioco, si è scatenata una guerra fra tifoserie vergognosa e puerile. Il tutto è cominciato prima del fischio di inizio con un gruppo di ultras spezzini che ha aggredito un convoglio di napoletani non scortati dalla polizia (come riferito dai colleghi di Sky) e, di contro, all’interno del Picco è scattata la vendetta partenopea, costringendo a fermarsi per ben dodici minuti la gara, con invasione di campo compresa.

Un’altra pagina di un calcio che non appartiene a chi è tifoso, a chi frequenta lo stadio per passione e per incoraggiare la squadra, a prescindere dal risultato. Un clima di festa, di un’estate che sta arrivando e un addio a chi l’anno prossimo sarà altrove, rovinato da un momento di rabbia senza senso, purtroppo con il tema del razzismo territoriale ancora fortemente presente sugli spalti, sfottò – se così si possono chiamare – anacronistici che, sine dubio, non hanno nulla a che fare con lo sport.

Si auspica quanto prima che, al di là della mera interruzione, si possa agire preventivamente, con l’ausilio di pene più aspre e maggiore sicurezza sia dentro che fuori dalla struttura sportiva. Sono immagini orribili per chi porta il proprio figlio allo stadio, per i bambini e le bambine che dovrebbero ritagliarsi momenti bellissimi da ricordare a vita; a chi voleva semplicemente salutare la squadra; a chi voleva vedere una partita di calcio. Una parentesi che non deve vincere sul bello del calcio, ma che avrà più rumore di qualsiasi altro gesto nobile.

Exit mobile version