Spalletti, artefice del sogno e della illusione

Il primo obiettivo di Spalletti, cioè il ritorno in Champions, sembra quasi raggiunto, dopo due anni fuori dalla coppa più importante d’Europa: un passo importante per l’allenatore di Certaldo che è arrivato in terra partenopea, appunto, per dare al Napoli un profilo internazionale, rimettendo ogni pezzo al proprio posto.

Il lavoro lo ha fatto innanzitutto sulla testa dei giocatori, demotivati dopo aver perso per pochissimo il quarto posto l’anno scorso e su alcuni elementi non ancora esplosi, come Elmas e Lobotka, nelle precedenti gestioni. Lo ha fatto in campo dando un ruolo definito per ciascuno di loro, creando una nuova identità è un’idea di gioco dalle mille sfaccettature. Grazie a lui si è accarezzato un sogno che sembrava una mera utopia ad agosto: lo scudetto. Lo ha toccato, sfiorato, poi l’ha perso e ora, probabilmente rimarrà tale. Spalletti però è un allenatore intelligente, sa che ci sono limiti invalicabili, anche da parte sua. È solo il suo primo anno e ha già conquistato l’obiettivo più importante, come già detto, ma è anche un anno in cui sa che non dovrà più commettere gli stessi errori se vuole dare una nuova speranza, se vuole crescere, perché non si finisce mai di migliorarsi.

Un cambio sbagliato, una reazione sbagliata, uno schema sbagliato o una sensazione calcistica sbagliata: insomma ci sono tanti difetti che, però, fortunatamente, non superano i pregi dell’ex Roma e Inter. È l’artefice del cambiamento, questo è sicuro. Bisogna avere pazienza per poter apprezzare davvero il suo lavoro.

Articolo precedenteIl danno e la beffa
Articolo successivoGazzetta – Napoli, addio al sogno scudetto, non c’è più speranza nemmeno per gli ottimisti