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Pjanic torna su Inter-Juve: “Vorrei si parlasse più della nostra rimonta che di Orsato…”

A pochi giorni dalla sfida cruciale tra Juventus ed Inter, è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport Miralem Pjanic, autore del famoso episodio del mancato secondo giallo comminatogli da Orsato nel 2018, che avrebbe potuto cambiare le sorti dell’incontro e del campionato.

Di seguito le dichiarazioni:

Voglia di tornare?
«Mi manca, sinceramente. Io tornerei molto volentieri. Per farvi capire, l’ eliminazione dell’ Italia dal Mondiale mi ha colpito, come se fossi italiano anche io».

In estate si è parlato molto di un possibile ritorno alla Juve. Che è successo?

«Due contatti ci sono stati, poi non abbiamo definito nulla e non per una questione economica. Per me non era una questione di soldi, anche ora vorrei essere importante in un progetto e vincere lo scudetto. Ho fame, esperienza, quasi 700 partite: penso di poter aspirare a obiettivi alti, no?».

Il vecchio-nuovo allenatore della Juventus invece dice che l’ obiettivo più alto, lo scudetto, è impossibile. Che effetto fa vedere Max Allegri da Istanbul?

«A me tutte quelle critiche sembrano una follia. Io stimo molto Allegri, come allenatore e ancora di più come persona. Mi sembra la persona più giusta per la Juve e i risultati dicono che l’ ha risistemata. Nessuno invece dice che sotto pressione è il più bravo».

Un esempio?

«Inter-Juve 2-3 nel 2018. Venivamo dalla sconfitta col Napoli e si capiva che stavamo rischiando tanto. Allegri ha fatto un grande discorso, con tanta calma, ci ha rimesso a lavorare e noi abbiamo trasformato quella calma in forza».

Cercando oggi “Pjanic” su Twitter, si trovano tantissimi riferimenti a quella partita e al rosso mancato per il fallo su Rafinha. Si parla ancora più di quello che di Besiktas o mercato. Giusto o sbagliato?

«Mi viene da dire basta, parliamo d’ altro. In quell’ azione, io sono saltato così, non volevo di sicuro fare male. Certo, so che potevo prendere il secondo giallo, ma secondo me la prima ammonizione era stata sbagliata. Anni dopo, mi piacerebbe che si ricordasse la nostra grande rimonta, non una decisione di Orsato».

La stessa partita, quattro anni dopo, vale un pezzo di scudetto. Come finirà?

«Per me è 50-50, ma può decidere anche Paulo Dybala. Credo che Allegri lo farà giocare dall’ inizio. Paulo ha la testa da campione, si farà sempre trovare pronto».

La Juve ha scelto di non tenerlo. Impressioni?

«Ho scritto subito a Paulo quando l’ho saputo, perché per me è un amico, mi è sempre piaciuto giocare con lui. Gli ho scritto che è un grande campione e lui ha risposto “grazie, fratello, ti voglio bene”. Credo di capire come si senta, lui non si è mai tirato indietro anche se stava male, non ha mai scelto di non giocare per salvaguardare se stesso. Però capisco anche la società, che è stata molto chiara. Credo abbia scelto un progetto diverso, con calciatori più adatti a quell’idea».

Domande rapide per chiudere. Che cosa fa Pjanic, a parte il calcio?

«Investimenti. Ho molti appartamenti in Lussemburgo e ho investito in un fondo americano, con Matuidi e altri nazionali francesi. C’è anche Dybala. Ci occupiamo di nuove tecnologie».

Pjanic, Sarri e un anno da play. Ruolo sbagliato?

«Sarri è pazzo del calcio, un grandissimo allenatore. L’ errore è stato un altro: mi sono fissato sul numero di palloni da giocare, i famosi 150 palloni, e ho perso di vista il mio calcio».

Pjanic e Koeman: un disastro?

«Non potevo continuare con lui. Il suo modo di fare è stato irrispettoso. Laporta ha preso una grandissima decisione con Xavi: ora il gruppo è unito e ognuno sa che cosa deve fare».

A chi il numero 10 della Juve?

«Per un anno, direi a nessuno. Il 10 va meritato al 100%».

Chi è il miglior tiratore di punizioni al mondo?

«Messi. Io le ho provate due volte a settimana, 20-30 minuti ad allenamento, per tutta la vita. Lui le prova una, due volte all’anno e calcia così»

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