La sedicesima giornata di Serie A ha riservato tanto spettacolo. Lo certificano i due gol olimpici realizzati. Uno da Hakan Calhanoglu, che ha avviato la sua Inter sempre più in fiducia e convincente al successo su una Roma che appare in enorme difficoltà. L’altro da Juan Cuadrado, che ha permesso alla Juventus di vincere seppur qualcosa vada ancora corretto. Ma l’avversario, il Genoa, ha lasciato molto a desiderare, visto che non ha totalizzato un tiro in tutto l’incontro. Il big match tra Napoli e Atalanta ha visto trionfare i bergamaschi che ora sono in piena lotta per lo Scudetto. Tuttavia, i partenopei non hanno demeritato, e l’impressione è quella che possano dire la loro fino alla fine. Chiude il quadro della lotta per il titolo il Milan, la nuova capolista, che ha superato agevolmente una Salernitana fin troppo arrendevole.
Ma di riscontri importanti non si possono vedere solo nelle primissime posizioni di classifica. La Fiorentina ha vinto il derby dell’appennino contro il Bologna. Per i viola può essere il boost definitivo per poter ambire ad un posto europeo, per i rossoblù non è un ko drammatico, perché non sono fuori dai giochi per l’Europa. Torna a vincere la Lazio, che per un tempo pavoneggia e batte una Sampdoria che ha davanti problemi calcistici e non solo. L’arresto dell’ormai ex presidente Massimo Ferrero può portare ulteriore scompiglio in quella che è una situazione estremamente delicata. Continuano a stupire Hellas Verona ed Empoli. Gli scaligeri, effettuando una rimonta da sogno sul Venezia. I toscani, battendo l’Udinese con un secondo tempo da far vedere nelle scuole.
Napoli-Atalanta 2-3 (40’ P. Zielinski, 47’ D. Mertens – 7’ R. Malinvoskyi, 66’ M. Demiral, 71’ R. Freuler)
Sfida esplosiva quella andata in onda al Maradona. Ritmi scioccanti e emozioni fino all’ultimo pallone, ma a vincer è l’Atalanta su un Napoli che ha dato tutto quel che aveva. Le squadre han dato vita ad una vera e propria battaglia, mantenendo un’intensità incredibile fin dai primi minuti di gioco. Dopo pochi minuti, a passare in vantaggio sono i bergamaschi con una conclusione da fuori area di Ruslan Malinovskyi. Gli azzurri, nonostante qualche tentativo, hanno accusato il colpo, concedendo spesso campo agli avversari. La reazione, quella vera, è arrivata dopo l’aver assorbito le difficoltà. Il finale di primo tempo dei padroni di casa è stato molto positivo, tanto da portare al meritato pareggio a opera di Piotr Zielinski.
La ripresa ha riservato ancora più spettacolo. Nemmeno il tempo di cominciare che i partenopei si sono portati in vantaggio. Uno splendido attacco alla profondità di Dries Mertens è risultato fatale per gli orobici. La reazione degli ospiti non si è fatta attendere. Stavolta a chiudersi è il Napoli, che cerca di resistere per quel che può. Atteggiamento che però non basta, perché i nerazzurri alla fine riescono a pareggiare i conti, per merito di Merih Demiral. Nel giro di pochi minuti arriverà anche il 2-3 per merito di Remo Freuler, abile a finalizzare una bella azione dei suoi. Stavolta però i partenopei reagiscono molto bene, catapultandosi nell’area di rigore avversaria e sfiorando il gol di un pareggio che avrebbe avuto contorni epici per lo sviluppo di questa sfida: uno spot per tutto il calcio italiano.
Non potevano far di più gli uomini di Luciano Spalletti. Il Napoli ha giocato una buonissima partita, a tratti quasi eroica pensando alle pesanti assenze e a come queste potessero pesare. La squadra e l’atteggiamento per proseguire il cammino nelle posizioni più nobili della classifica fino alla fine ci sono. C’è però una pecca: non saper soffrire. Nei frangenti in cui i partenopei si sono trovati a subire l’avversario, difficilmente sono riusciti a reggere. Motivo per cui bisogna lavorare su quest’aspetto, perché è impossibile tenere il pallino del gioco contro chiunque e in ogni momento di partita, specie durante un periodo difficile come questo.
Gian Piero Gasperini dopo questa sfida ha ricevuto una conferma: l’Atalanta è una squadra da scudetto. Ora non esistono più scuse, non ci si può più nascondere dietro la storia della favola. Ci sono tutte le carte in regola per ottenere il tricolore. L’atteggiamento è il migliore mai visto dai bergamaschi. La partenza è stata la migliore della sua era. Se i suoi uomini dovessero mantenere questo ritmo per tutto l’anno, potrebbe essere il momento giusto per veder coronati gli sforzi coltivati in questi ultimi anni.
Roma-Inter 0-3 (15’ H. Calhanoglu, 24’ E. Dzeko, 39’ D. Dumfries)
L’Inter doma la Roma allo Stadio Olimpico, in una partita senza storia. L’equilibrio iniziale del match si è spezzato dopo un quarto d’ora. Il gol del vantaggio nasce direttamente da calcio d’angolo. Hakan Calhanoglu si toglie lo sfizio di realizzare il gol olimpico, anche se la difesa giallorossa è da rivedere. Passa il tempo e i nerazzurri prendono sempre più il controllo del match. Dopo alcuni minuti arriva anche il secondo gol. L’ex di partita, Edin Dzeko, sigla la sua rete al termine di un’azione corale. Quasi non arriva la reazione dei padroni di casa, che sembrano non essere mai entrati in partita. Gli ospiti invece ci sono eccome, e nei minuti finali del primo tempo dilagano per merito di Denzel Dumfries, al suo primo centro in Serie A.
Anche nella ripresa non si percepisce un accenno di reazione dei padroni di casa. I tentativi sono timidi e sempre prontamente fermati dagli avversari. L’Inter sembra essere in grado di far male alla Roma in qualsiasi momento, anche se si limita a gestire senza rinunciare a creare qualche occasione per ottenere il quarto gol. Di occasioni dei giallorossi se ne vedono davvero poche e senza in grado di metter davvero paura ai nerazzurri. È l’epilogo di una sfida che ha visto scendere una sola squadra in campo.
Per gli uomini di Simone Inzaghi è un altro successo molto pesante. Anche in questa occasione, i suoi hanno imposto con la forza il proprio dominio. Dopo alcuni punti interrogativi visti nelle prime giornate, sta venendo fuori il vero valore dei nerazzurri. Ora l’Inter prova a dire la sua, a comandare, a far valere il suo status. Forse serve qualche accorgimento in più per vincere lo scudetto, ma viste le condizioni con cui è partita questa stagione, i risultati ottenuti fino ad ora sono più che positivi.
Malissimo la squadra di José Mourinho, la cui posizione non è tranquillissima. Le assenze avranno avuto il loro peso, ma l’atteggiamento dimostrato in questa sfida è assolutamente negativo. Certe prestazioni possono avere una ripercussione psicologica, e non si tratta della prima occasione in cui i suoi hanno sbagliato così tanto, come ad esempio il durissimo ko contro il Bodo Glimt. La Champions probabilmente è sfumata definitivamente, ed ora bisogna pensare a salvare il salvabile, evitando un tracollo.
Milan-Salernitana 2-0 (5’ F. Kessié, 18’ A. Saelemaekers)
Tutto facile per il Milan, che archivia la pratica Salernitana senza grandi problemi. I rossoneri chiudono il match nel giro di 20 minuti. Nemmeno il tempo di cominciare che sono già in vantaggio per merito di Franck Kessié, bravo a inserirsi in area di rigore. Il secondo gol è realizzato da Alexis Saelemaekers, con dedica allo sfortunato Simon Kjaer. I granata non reagiscono, motivo per cui i padroni di casa passeggiano e vanno più volte vicini alla rete del 3-0, che chiuderebbe definitivamente i conti. Nella ripresa il copione della sfida non cambia, ed è ancora il diavolo a rendersi pericoloso, ma senza trovare il terzo gol. Il tempo scorre, ma degli ospiti non c’è traccia.
Per Stefano Pioli va bene così. Era la partita da fare, chiudere subito e mostrare un buon atteggiamento, quel che ai suoi non è mancato. La pratica non era difficile, ma resta il merito di averla portata subito a compimento, senza aver praticamente mai sofferto l’avversario. Questo successo porta i rossoneri in vetta alla classifica, anche se al momento, vista l’enorme bagarre per la prima posizione, non bisogna mai abbassare la guardia.
Sconfitta disastrosa per gli uomini di Stefano Colantuono. A renderla ancora peggiore è l’atteggiamento mostrato a San Siro. I campani sono risultati troppo arrendevoli e incapaci di reagire alle avversità. Se si vuol cambiare rotta, questa passa proprio dal modo in cui si scende in campo. Giocare con l’idea di essere impotenti non porta lontano. Per ottenere la salvezza serve partire da questo, prima che dal ritoccare la rosa.
Juventus-Genoa 2-0 (9’ J. Cuadrado, 82’ P. Dybala)
Tutto facile per la Juventus, che supera un Genoa fin troppo nullo nella sua proposta. I bianconeri partono bene e cercano fin da subito di proporsi. Il vantaggio però arriva su un’occasione inaspettata. Juan Cuadrado decide di tirare direttamente da calcio d’angolo e realizza così il secondo gol olimpico di questa giornata di Serie A. Per tutta la durata del primo tempo sono i padroni di casa a imporsi e ad attaccare, ma senza trovare la rete del raddoppio, anche per merito di un Salvatore Sirigu in giornata. I genoani sono fin troppo arrendevoli e non riescono a creare nulla in fase offensiva.
Nella ripresa si conferma il copione del primo tempo: Juve che attacca, Genoa che cerca di non prendere l’imbarcata. E per evitarla, oltre agli interventi di un miracoloso Sirigu, bisogna solo confidare nel poco cinismo dei bianconeri. Però, al minuto 82, Paulo Dybala troverà il 2-0, lì dove nemmeno il portiere dei rossoblù può arrivare. Il match si chiude così.
Vince la squadra di Massimiliano Allegri. L’avversario non ha creato problemi, però questo successo è importante per restare attaccati al treno dell’Europa e poter avere ancora uno spiraglio per sperare di poter raggiungere il quarto posto. Ci sono ancora dei problemi da risolvere, specie in fase offensiva, ma sono arrivati tre punti, che in una sfida del genere andavano presi senza discutere.
Fa male questa sconfitta per Andriy Shevchenko. Poco possono significare le assenze e la differenza dei valori. Vedere una squadra che statisticamente non ha creato azioni pericolose e non ha mai tirato – né in porta né fuori – fa molto male. I rossoblù non vanno in gol proprio da quando il tecnico ucraino siede in panchina. Un bilancio disastroso. Ora bisogna sperare di non affondare. Il derby con una Sampdoria anch’essa in enorme difficoltà si preannuncia infuocato.
Sampdoria-Lazio 1-3 (89’ M. Gabbiadini – 7’ S. Milinkovic-Savic, 17’, 37’ C. Immobile)
Torna a vincere la Lazio, che ha la meglio su una Sampdoria apparsa in enorme difficoltà. Il primo tempo è dipinto di biancoceleste, con i blucerchiati impotenti davanti allo spettacolo che hanno mostrato gli avversari. Gli ospiti hanno giocato una prima parte di gara perfetta. Dopo pochi minuti è Sergej Milinkovic-Savic a firmare il gol del vantaggio. I laziali non si fermano e continuano a macinare gioco, e portandosi sullo 0-2 con una rete di rapina di Ciro Immobile. Lo show prosegue ancora, i padroni di casa non possono nulla e appaiono incapaci di reagire. È solo questione di tempo che arrivi la terza marcatura, la seconda di Immobile in questa sfida.
Però, nella ripresa gli ospiti scompaiono dal campo. Quella bella squadra vista durante la prima frazione di gioco non c’è più. È allora che la Samp prova a reagire con qualche squillo, ma gli assalti appaiono poco cinici e in grado di impensierire davvero gli avversari. Al minuto 67, Milinkovic-Savic compie una follia: ammonito per un fallo, esagera con le proteste e viene espulso. Nemmeno questo episodio serve a dare maggiore grinta ai liguri, che cercano una disperata rimonta, ma senza successo. Nel finale di gara, arriva il gol della bandiera di Manolo Gabbiadini, che serve solo a rendere meno amaro il passivo.
Ritrova il successo Maurizio Sarri. Nel primo tempo si è vista forse la miglior Lazio della stagione, quella che il suo tecnico vorrebbe sempre vedere il campo. Tuttavia, nella ripresa i suoi sono scomparsi, segno che forse per questa squadra reggere questi ritmi è ancora difficile. Però, le potenzialità ci sono. Non bisogna farsi sopraffare dai demoni e buttare tutto all’aria, è normale avere delle difficoltà davanti ad un cambio radicale di filosofia calcistica. L’obiettivo è cercare di mantenere il più possibile il livello del gioco mostrato nella prima parte di gara.
Malissimo Roberto D’Aversa, la cui posizione è a forte rischio. La sua squadra manca di cattiveria e voglia di fare. La Sampdoria ha avuto la possibilità per rientrare in partita e non l’ha sfruttata. E non è l’unica occasione in cui i doriani hanno fallito in questa maniera. C’è bisogno di un cambio di passo deciso per poter ripartire ed evitare di essere immischiati in discorsi poco piacevoli. Non poche complicazioni potrebbe comportare l’arresto di Massimo Ferrero. Una situazione simile può portare ulteriori problemi specie dal punto di vista mentale. Il derby con un Genoa disperato può essere determinante per entrambe.
Bologna-Fiorentina 2-3 (42’ M. Barrow, 83’ A. Hickey – 33’ Y. Maleh, 51’ C. Biraghi, 67’ D. Vlahovic (R))
Il derby dell’Appennino viene conquistato dalla Fiorentina, che supera il Bologna. Dopo una prima fase di studio con poche azioni, improvvisamente la partita si accende, con i felsinei che accendono il match. Però, a passare in vantaggio sono i gigliati per merito di Youssef Maleh, autore del suo primo gol in Serie A. La reazione dei padroni di casa non si fa attendere. Il pareggio arriva durante le battute finali del primo tempo, con un gol di pregevolissima fattura di Musa Barrow.
Nella ripresa i viola entrano molto meglio in campo, e impongono il loro gioco ai rossoblù. Al minuto 51, trovano anche il gol del vantaggio. La punizione calciata da Cristiano Biraghi è perfetta e imprendibile per Lukasz Skorupski. Più tardi, sarà ancora il portiere polacco a commettere una grave ingenuità. Infatti, atterra in area di rigore Nico Gonzalez (uno dei migliori del match). Ne consegue un calcio di rigore per gli ospiti, trasformato dall’infallibile Dusan Vlahovic. Gli ospiti riescono a gestire il match senza rischiare troppo, tranne al minuto 83, quando Aaron Hickey accorcia le distanze per i padroni di casa con un tiro deviato dalla difesa avversaria. Gli ultimi minuti non regalano occasioni particolari ai rossoblù, che vengono così sconfitti.
Vincenzo Italiano può sorridere. Questo successo certifica come i suoi siano la vera rivelazione di questo campionato. Arrivato tra un mucchio di macerie e tante incertezze, il tecnico ha ricompattato la squadra dandole un Dna fresco e moderno. A quasi metà campionato, la Fiorentina è in piena lotta per l’Europa e dà prova di essere una squadra tosta e difficile da battere per tutti. Trovare un piazzamento europeo non è obbligatorio viste le premesse iniziali, ma consentirebbe di dare una grande accelerata a questo fantastico progetto che potrebbe portare ridare ai toscani lo status che avevano in passato.
Niente drammi per Sinisa Mihajlovic. Il Bologna non ha vinto, ma nemmeno demeritato. I suoi sono ancora attaccati al treno per l’Europa, a soli 3 punti dal quinto posto. Fino ad ora le dimostrazioni date sono decisamente positive. L’assenza di Marko Arnautovic ha sicuramente influito sulla loro prestazione. Il ritorno dell’austriaco può dare quella linfa vista durante questo campionato ai felsinei.
Empoli-Udinese 3-1 (49’ P. Stojanovic, 59’ N. Bajrami, 78’ A. Pinamonti – 22’ G. Deulofeu)
L’Empoli continua a stupire, e batte l’Udinese per 3-1. L’avvio dei padroni di casa è buono, ma il gol non arriva. Lo troveranno invece gli ospiti grazie a Gerard Deulofeu. I bianconeri trovano fiducia e si avvicinano anche al raddoppio, ma solamente sfiorandolo. Nel secondo tempo, i toscani accendono la miccia. Il loro dominio è totale. La sfida diventa un vero e proprio assedio. Il pareggio è a opera di Petar Stojanovic. Rete che consente ai suoi di recuperare smalto e imprimere un ritmo impressionante. Il vantaggio verrà siglato da Nedim Bajrami, uno dei migliori in campo. Gli ospiti si affievoliscono, e non riescono a reagire davanti alla morsa degli empolesi. Ne conseguirà il gol del 3-1 di Andrea Pinamonti, che chiuderà i conti. Ma l’impressione è che lo scarto potesse essere anche maggiore.
Che successo per gli uomini di Aurelio Andreazzoli. Una vittoria che è un simbolo di questa squadra: organizzazione e bel gioco. I suoi sono una delle rivelazioni più affascinanti di questa Serie A, e si trovano in una posizione di classifica molto confortante viste le premesse iniziali. Il secondo tempo dell’Empoli dovrebbe essere da esempio per le piccole realtà del calcio e non solo.
Luca Gotti ora rischia. Una sola vittoria in 13 partite ha allarmato la dirigenza dell’Udinese, che starebbe cercando un sostituto. Tuttavia, un esonero del tecnico potrebbe non essere la scelta giusta. Le potenzialità della rosa non sono enormi, e la sua mano può rivelarsi l’arma in più per il cammino dei friulani, visto che conosce bene il gruppo. La situazione non è drammatica, c’è tutto il tempo per rimettersi in carreggiata.
Venezia-Verona 3-4 (12’ P. Ceccaroni, 19’ D. Crnigoj, 28’ T. Henry – 52’ T. Herny (A), 65’ G. Caprari (R), 67’, 85’ G. Simeone)
Il derby veneto ha mandato in onda una delle partite più pazze di questa stagione. Il Verona, sotto di 3 gol all’intervallo, ha completato una clamorosa rimonta per 4-3 ai danni del Venezia. Nella prima frazione di gioco sono stati gli arancioneroverdi a dominare in lungo e in largo. La rete del vantaggio è arrivata a opera di Pietro Ceccaroni, bravo a trovarsi al posto giusto al momento giusto. Qualche minuto più tardi, su una situazione in cui ai lagunari è stato lasciato campo aperto, è bravo Domen Crnigoj a raddoppiare per i suoi. Gli scaligeri non ci sono in campo e non possono nulla davanti alla furia degli avversari. Un pasticcio della difesa degli ospiti, è un regalo per Thomas Henry che può così fare 3-0.
Nella ripresa si è assistito ad un capovolgimento totale di quanto visto nel primo tempo. I gialloblù, con una reazione d’orgoglio, hanno cercato di imporsi nel disperato tentativo di rimontare. Sugli sviluppi di un calcio d’angolo nasce l’1-3, ovvero un’autorete dello sfortunato Henry. Pian piano, i padroni di casa scompaiono dal terreno di gioco, lasciando spazio agli ospiti di recuperare. Un salvataggio con il braccio di Ceccaroni a porta sguarnita (che gli costa il rosso) consente all’Hellas di ottenere un calcio di rigore trasformato da Gianluca Caprari. Stavolta, a compiere un pasticcio difensivo è il Venezia, ne approfitta Giovanni Simeone per pareggiare la partita e portare l’inerzia del match completamente a favore dei suoi. Infatti, nei minuti finali della partita, sarà il bomber argentino con un bellissimo tiro dalla distanza a siglare il gol del definitivo 3-4.
Per gli uomini di Igor Tudor è una dimostrazione fortissima. Non accadeva dal 2011 che in Serie A una squadra vincesse dopo essere andata sotto di 3 gol (in quell’occasione il Milan di Allegri ribaltò il Lecce). Questa vittoria può portare tanto morale e mettere in testa idee che sembrano folli. Chissà come il tecnico avrà spronato i suoi all’intervallo… Sta di fatto che la sua mano si nota sempre di più in questa squadra, che continua a raccogliere riscontri molto importanti.
Per Paolo Zanetti è invece il contrario. Una partita iniziata benissimo e buttata all’aria. Una sconfitta simile può portare gravi risvolti psicologici e pesare come un macigno. Sarebbe un colpo durissimo per un gruppo allegro e unito come il suo. L’obiettivo è quello di non sfaldarsi e cercare di continuare per la strada mostrata complessivamente nei vari incontri. Perché un crollo mentale potrebbe mettere i lagunari in grosse difficoltà.
Spezia-Sassuolo 2-2 (35’ R. Manaj, 48’ E. Gyasi – 66’, 79’ G. Raspadori)
Lo Spezia va vicino ad un importante successo, ma viene rimontato dal Sassuolo. Nella prima parte di gara, i neroverdi hanno cercato di imporsi con coraggio, proponendo le azioni più pericolose. Tuttavia, gli aquilotti non sono rimasti a guardare e hanno provato a dire la loro. Proprio quando gli ospiti sembravano in controllo della sfida, a passare in vantaggio sono i padroni di casa per merito di Rey Manaj. È un gol che da ancora più voglia di fare agli spezzini.
Nella ripresa, dopo appena tre minuti, arriva il raddoppio. Su un pasticcio clamoroso della difesa degli emiliani, è bravo ad approfittarne Emmanuel Gyasi. Sembra tutto apparecchiato per il successo dei liguri, fino a che l’ingresso in campo di Giacomo Raspadori non ha stravolto le carte in tavola. Al minuto 66, il giovane attaccante ha riaperto i conti permettendo ai suoi di ritrovare coraggio. Sarà proprio lui a siglare il gol del pari con una splendida giocata e fissando il risultato.
Rammarico per gli uomini di Thiago Motta, che però possono dire di aver dato una buona dimostrazione. Certo, una vittoria avrebbe fatto più che bene, soprattutto in ottica classifica, ma bisogna raccogliere gli aspetti positivi dati da questo pareggio. Nonostante le difficoltà, il suo gruppo c’è e sta dando battaglia in una maniera impressionante. Ora è il momento di spingere ancora di più, perché la salvezza non è una chimera.
Altra grande prova caratteriale della squadra di Alessio Dionisi. Queste ultime partite hanno visto il Sassuolo sempre in grado di recuperare da situazioni di svantaggio e dare filo da torcere ai suoi avversari. Il percorso sembra dare i giusti frutti, infatti, se in alcune sfide i neroverdi sono sembrati deboli caratterialmente, questa tendenza sembra essersi invertita. L’obiettivo è quello di proseguire per questa strada.
Cagliari-Torino 1-1 (53’ Joao Pedro – 31’ A. Carboni (A))
Cagliari e Torino si dividono la posta. L’avvio di gara è abbastanza timido, ed eccetto qualche spauracchio nessuna difesa corre grossi pericoli. Il vantaggio dei granata arriva al minuto 31. Il disperato tentativo di Andrea Carboni di salvare una conclusione di Tonny Sanabria si trasforma in un autogol. Gli isolani provano a reagire ma senza far male. È nella ripresa che cambiano le danze. I padroni di casa arrivano davanti molto bene, creando numerosi problemi agli avversari. Il pareggio è un gol da antologia di Joao Pedro, che con una rovesciata da fuoriclasse riporta tutto in parità. La rete consente ai rossoblù di andare in fiducia e proporsi al meglio, con un Toro che non riesce ad organizzarsi per reagire. Pian piano però, i ritmi del match calano, e nel finale a proporsi saranno gli ospiti, che però risulteranno imprecisi e non riusciranno a realizzare il gol vittoria.
Altro pareggio per gli uomini di Walter Mazzarri. La sua squadra non perde, ma non riesce a trovare lo spunto per vincere. In questa sfida sarebbe stato possibile ottenere il risultato pieno con maggior cattiveria. Bisogna sbloccarsi da un punto di vista mentale per poter trovare successi che possano dare aria. Né caldo né freddo per Ivan Juric. Questa sfida poteva essere sia vinta che persa. Il rammarico principale è quello di non essere riusciti a capitalizzare le tante occasioni capitate. Ai granata serve maggior precisione davanti alla porta perché i gol sono pochi.