Spiragli tattici Vol. 54 – Juventus-Napoli non deve condannare gli azzurri

fonte foto: SSC Napoli

Juventus-Napoli ha sempre un peso specifico nettamente superiore rispetto a quello di qualsiasi altra partita e, a favore di questa affermazione, ci va il fatto che le due squadre lottano spesso per gli stessi obiettivi. In un match, quindi, molto importante per la qualificazione alla prossima Champions League, la spunta la Juventus per 2-1.

Atteggiamento

Nel match di mercoledì sera abbiamo visto un Napoli che, nella prima frazione di gioco, ha avuto un approccio sbagliato alla partita. Analizzando le fasi di non possesso di Juventus e Napoli – entrambe schierate con un 442 – possiamo notare come i pressing effettuati fossero simili: ciò che però ha fatto la differenza è stata la modalità e l’intensità con la quale questo pressing è stato effettuato.

Mentre i bianconeri, andando a uomo nella zona alta nel campo e accettando di conseguenza il 1vs1 in difesa – stile Atalanta, per intenderci -, creavano problemi al Napoli soprattutto a superare la prima linea di pressione chiudendo bene le linee di passaggio centrali – ed è qui che sono venuti a mancare molto Zielinski e Mertens -, il Napoli nella sua fase di pressing quasi “inseguiva” i bianconeri e faceva molta fatica a centrocampo. Anche il Napoli accettava poi la parità numerica in difesa, ma come visto contro il Crotone su questo aspetto c’è ancora da lavorare e il centrocampo deve dare di più. Varie incursioni centrali di Morata, Cuadrado o Chiesa hanno creato seri problemi agli azzurri, in difficoltà nel fermare queste avanzate.

Ad esempio, nell’immagine che segue vediamo un’incursione centrale di Cuadrado che porterà poi a un tiro alto di Chiesa: in questa occasione si evidenzia come il Napoli accetti il 1vs1 in difesa, ma Cuadrado, per arrivare in quella zona di campo, ha dovuto superare il solo Hysaj senza ricevere nessun’altra pressione dai calciatori azzurri. In questi casi, vita troppo facile.

Il 4vs4 nella metà campo azzurra, dopo che Cuadrado è stato lasciato molto libero di agire superando il solo Hysaj.

L’idea con la quale il Napoli è sceso in campo non era sbagliata, anzi, ha regalato poi degli ottimi 45 minuti agli azzurri, nella seconda frazione di gioco. Il problema è stato infatti questo, che il Napoli, come successo anche in Supercoppa, ha regalato un tempo alla Juventus, trovando poi poco tempo per reagire.

Le heatmap nei due tempi per le due squadre: primo tempo con una Juve più coraggiosa e brava nel pressing, fronteggiata da un Napoli simile ma solo nelle intenzioni. Nella seconda metà di gara, Juventus costretta a retrocedere molto mentre il Napoli girava meglio.

Infatti, nel secondo tempo il possesso palla è stato del 62% per gli uomini di Gattuso, che hanno tirato anche 10 volte rispetto alle 4 del primo tempo – il primo tiro in porta è arrivato con Di Lorenzo al 48’ -.

Nel primo tempo, possesso leggermente in favore dei bianconeri. Anche la statistica dei tiri pende verso la squadra di Pirlo, mentre il Napoli non ha mai tirato in porta.
Nel secondo tempo vediamo, nuovamente dalle statistiche, un’aria diversa. Napoli più in possesso del pallone e più pericoloso, ma non è bastato.
Il problema del Napoli con la Juventus

Prendiamo in considerazione l’altro match in cui il Napoli ha perso contro la Juventus questa stagione, ovvero la partita di Supercoppa del 20 gennaio scorso. In quel caso, scrivemmo in questo spazio di un Napoli statico e mai pericoloso. In quell’occasione, inoltre, il Napoli ebbe un atteggiamento molto diverso: era in campo con un 451 molto difensivo andando a ricercare poi la pericolosità nei contropiedi. Ciò non successe, per via di un timore che divenne tremore.

Ecco, non possiamo dire la stessa cosa nel match di ieri: il Napoli ha giocato a calcio, ha giocato bene a calcio, ma ha pagato ancora una volta un proprio problema: è riuscito a far diventare abbastanza, quel poco creato dall’avversario.

Con 3 tiri in porta la Juventus ha segnato 2 gol, le azioni di attacco dei bianconeri sono state 27 a confronto delle 41 del Napoli, ma le chiare occasioni da gol sono state 6 per i bianconeri e 4 per gli azzurri. Il Napoli ha pagato, come detto in precedenza, l’approccio sbagliato del primo tempo, regalando di fatto 45’ ai bianconeri. Ha pagato delle prestazioni individuali scadenti, come quelle di Hysaj schierato a sinistra, Lozano ancora non recuperato – perché non dare fiducia a Politano e far giocare il messicano a gara in corso? – e un Mertens impreciso.

In fase di costruzione il Napoli vedeva Fabian Ruiz abbassarsi sulla linea dei difensori per giocare il pallone, Insigne venire dentro al campo a fare praticamente da mezzala lasciando la corsia di sinistra libera per le incursioni di Hysaj o Mertens. Lo spagnolo e il numero 24 sono i calciatori che hanno giocato più palloni per il Napoli, rispettivamente 91 e 84. Invece, giocatori come Mertens, Zielinski e Lozano ne hanno giocate rispettivamente 22, 58 e 25. Sottolineo questi dati perché evidenziano come il Napoli abbia comunque costruito con un’idea ben precisa, ma come poi sia arrivato poche volte in maniera pericolosa dal lato di Buffon, per via del poco supporto del reparto offensivo, che ha visto la svolta con i cambi.

Conclusioni

Di certo la qualificazione in Champions League non è compromessa, mancano 9 partite e quindi 27 punti a disposizione di tutte le squadre.

Il calendario da qui a fine campionato delle principali pretendenti per i tre posti Champions: Milan, Juventus, Atalanta e Napoli.

Questi tre punti sarebbero stati molto importanti, avrebbero dato anche mentalmente qualcosa in più agli azzurri, che proprio sotto questo punto di vista sono stati carenti per metà partita contro la Juventus.
Tra alti e bassi, la partita non è stata negativa, il Napoli deve ripartire dalle buone idee di gioco che ha dimostrato negli ultimi mesi e cercare di conquistare più punti possibili, anche in vista del doppio impegno con Inter e Lazio.

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