“Per il momento dalla Roma non mi ha chiamato nessuno. Adesso sto facendo un altro lavoro, ma tra due, tre, cinque anni mai dire mai. Quando ci sarà l’occasione di incontrare i Friedkin ne parleremo con serenità, con tranquillità”.
Così Francesco Totti ammette ancora una volta di non aver parlato con la Roma di un incarico a Trigoria. L’ex capitano della Roma è da un anno impegnato con la sua agenzia scouting, alla ricerca di talenti e futuri campioni, e per il momento non ha intenzione di lasciare la sua nuova attività per tornare a Trigoria. In’un’intervista a Sette, Totti racconta il suo passato in giallorosso e i fatti più recenti, a partire dalla sua positività al Covid dello scorso novembre:
“È stato abbastanza aggressivo con me. Ho avuto una polmonite bilaterale, febbre a quaranta, tosse continua ed ero stanco, non avevo fame. Sono stati ventiquattro giorni molto duri. Avevo la saturazione a 89-90 e in quell’occasione ci sarebbe voluto il ricovero, però ho rifiutato. Avevo paura, per quello che era successo a mio padre due mesi prima. E allora ho cercato di stare il più possibile a casa ed andare avanti a cortisone, antibiotici, eparina. Con i farmaci sono riuscito ad uscirne, ma è stata veramente dura. Passavo le mie giornate sul letto, da solo, in balia del tempo. Non guardavo niente, non avevo voglia, non reagivo, tossivo minuto dopo minuto. È stato un incubo durato quasi un mese. Dopo dieci giorni di punture, antibiotici, cortisone, vedevo che non c’era miglioramento. Sì, allora ho temuto”.