Dopo la disfatta di ieri sera al Ferraris di Genova, i problemi psico fisici mentali sono risorti in squadra, tra mille angoscie, paure e sfortuna il Napoli ha perso gli ennesimi 3 punti fondamentali. Mancanza di cattiveria agonistica? La fortuna ci volta le spalle dopo gli incontabili tiri a porta e le azioni da gol non finalizzate al meglio. Mancanza di veleno ”gattusiano” e poca professionalità permettono al mago dei grifoni, Ballardini, di alzarsi in piedi ed esultare dopo la striscia positivissima di 4 vittorie ed un pareggio a Bergamo. Si torna all’ombra del Vesuvio con l’amaro in bocca e con tanto dispiacere e il ritorno della semifinale contro la Dea dovrà essere obbligatoriamente la ”partita del riscatto”, i miei tre pensieri che mi han fatto passare una notte insonne sono i seguenti:
- Intesa che manca, non più come una volta: Il rapporto tra società e calciatori sembra essere freddo e poco confidenziale. Il leader che portava gioia e allegria era in Belgio ieri. Con la sfortuna degli infortuni, si deve lavorare con un medico che prima di essere un professionista è un amico del gruppo squadra, come lo era Alfonso De Nicola. Ora, in caso di infortuni, i giocatori tornano nel loro paese per guarire. Vediamo il caso Osimhen in Nigeria o Dries Mertens in Belgio.
- Mancanza di leader: In situazioni come quelle di ieri sera, un leader d’esperienza era la miglior soluzione. Quel top player che alza l’umore della squadra e che prova fino all’ultimo secondo la remuntada. Un uomo spogliatoio, un vero padre che affianca l’allenatore alla Zlatan Ibrahimovìc.
- Lucidità e freddezza sotto porta: 24 tiri, un gol. Un altro aspetto fondamentale è quello di essere incisivi e finalizzare al meglio al momento del tiro, cosa che è mancata agli uomini di Gattuso e va migliorata allenamento dopo allenamento. Cambio di mentalità che va eseguito subito per affrontare le prossime contro Atalanta e Juventus