Più si va avanti più i dubbi e le incertezze nei confronti di questa squadra aumentano e lasciano spazio a scenari che, improvvisamente, non sembrano più così utopici. Perdere contro il Genoa può considerarsi un passo indietro importante per chi ha come obiettivo il ritorno in Champions, la cura Ballardini quater ha sicuramente sortito i suoi effetti, non era assolutamente paragonabile a quello visto all’andata allo stadio Diego Armando Maradona in cui non ci fu proprio partita con un 6 a 0 netto, ma il Napoli doveva dimostrare di avere un altro spessore tecnico. E questo è avvenuto parzialmente.
Protagonista sempre lui, l’evergreen Goran Pandev che da buon ex dopo il goal non ha insultato in maniera enfatica; il numero 19 ha meritato il palcoscenico con due reti, soprattutto la seconda, da grande attaccante con un fiuto del gol che lo ha sempre elevato nell’Olimpo dei campioni. Tante, anzi, troppe responsabilità però della difesa che hanno propiziato gli avversari con degli errori individuali veramente gravissimi. Una serata no per Maksimovic, il quale si è reso protagonista in negativo, non riuscendo a sostituire in modo quantomeno discreto Koulibaly, risultato positivo ieri insieme a Ghoulam al Covid-19. Una batosta pazzesca, piove ormai sul bagnato, da monitorare pure Manolas uscito dal campo con un trauma contusivo alla gamba destra, e Gattuso mai come adesso ha le mani legate sulla scelta degli uomini.
Coperta corta e piena di toppe, per di più gli uomini su cui può contare non danno sempre garanzie, come Zielinski che oscilla in prestazioni magistrali ad altre insipide, vacue. Le uniche note positive sono state Lozano, il quale come sempre non si risparmia mai per il bene della squadra e il compagno di reparto Politano, meritando di segnare per la prestazione compiuta. L’inquietante alternanza tra gare in cui la lucidità e il cinismo degli azzurri la fanno da padroni ed altre, come quella di stasera, in cui tra pali e tiri sbilenchi la palla non vuole proprio entrare sono sicuramente un problema che non trova soluzione.
Mancano, in questo caso, le forze tecniche e mentali degli attaccanti, poiché non si può e non si deve parlare sempre di sfortuna. Il finale poi con un rigore molto dubbio non dato agli azzurri per fallo di Scamacca su Mario Rui ha chiuso il cerchio di una serata da dimenticare.