Diego, prima che Maradona: un uomo dal grande cuore

Tutti hanno avuto la possibilità di ammirare le gesta di Maradona. In pochi hanno avuto la fortuna di conoscere Diego, la grande persona che si celava dietro questo personaggio. Perché, se il secondo è stato divino, forte, senza peli sulla lingua, condottiero, il primo era una persona umana e generosa, proveniente dai bassifondi argentini, che ha lottato per gli ultimi.

Per descrivere il lavoro fuori dal campo del fuoriclasse argentino, si possono usare due aforismi.

Diceva Sai Baba, famoso predicatore indiano scomparso nel 2011: “Le mani che aiutano sono più sacre delle bocche che pregano”. Una massima che può essere interpretata in mille modi diversi, uno di questi potrebbe essere il seguente: è giusto sperare in un cambiamento nelle nostre lotte, ma sono le azioni concrete a risolvere le questioni, non le chiacchiere, ma i fatti.

Altra frase meravigliosa, tratta da “Il Principe” di Niccolò Machiavelli è: “Ognuno vede quello che tu pari, pochi sentono quel che tu se’. E quelli pochi non ardiscono opporsi alla opinione di molti”.

Diego le ha incarnate entrambe, a della retorica spicciola ha sempre preferito i fatti, ha sempre fatto beneficenza di nascosto, per evitare che la sua fragilità venisse infranta ulteriormente, dimostrandosi più vicino di quanto si pensi a chi è meno fortunato. Allo stesso tempo, in pochi hanno osservato la sua persona, compreso le sue debolezze, venendo giudicato non per quello che è stato, ma per i suoi errori dai quali ha sempre cercato di rialzarsi.

Ma le opere di bene restano, ed è giusto che se ne parli. La più nota è sicuramente quella di Acerra.

Nel gennaio del 1985, rispose all’appello del compagno di squadra Pietro Punzone, un cui amico viveva un’esperienza drammatica: il figlio era malato di tumore e aveva bisogno di denaro per un intervento molto delicato. El Pibe De Oro accettò proponendo di giocare un’amichevole con la squadra locale per beneficenza e ricavare i fondi necessari, ma trovò l’opposizione della società, roba che però non bastò a farlo tirare indietro. La partita si svolse nel fangoso campo di Acerra, ove cadere vittima di un infortunio era abbastanza probabile, ma davanti a tutto ha prevalso il cuore di Dios. 

Altra vicenda da ricordare è quella di Lecce, al centro di un caso mediatico. In quei giorni, davano Maradona per scomparso, autore di una delle sue solite scappatelle, a volte per delle donne, altre per degli amici che lo portavano in discoteca, era una cosa a cui tutti si erano abituati. Il fuoriclasse argentino si recò, lontano dai riflettori e dai media, nella città salentina facendo visita ad un Istituto per bambini ciechi, giocando con loro e lasciando un assegno. Tutto nell’anonimato, perché non contano le luci della ribalta, ma il gesto in sé.

Da menzionare anche lo scontro legale con la Konami, riguardo la sua presenza o meno nel videogioco PES 2017. L’azienda giapponese venne accusata di non aver pagato i diritti d’immagine da Diego, che intraprese una battaglia legale poi vinta, e parte della somma ricevuta è stata usata per costruire dei campi da calcio per bambini poveri a Tandil, vicino Buenos Aires.

Ce ne sarebbero molte altre da raccontare, altre ancora di cui non verremo mai a conoscenza, perché Maradona ha sempre preferito il silenzio e la riservatezza nelle sue opere di bene. D’altronde, è stato il primo degli ultimi, un ragazzino nato povero che non ha dimenticato le sue origini e che ha creato opportunità a chi non ne ha. Sarebbe potuto diventare un importate dirigente, ha preferito rimanere sé stesso continuando a battagliare per chi viene quotidianamente dimenticato.

Molti non hanno idea di che uomo fosse, fermandosi solo all’apparenza e ai suoi errori. Diego non è solo un fuoriclasse, è molto di più, una persona dal grande cuore. Così come per Jim Morrison e Jimi Hendrx non ricordiamo gli errori ma la musica che ci hanno lasciato, così sarà per Diego, di cui ricorderemo il magnifico calcio, che spazzerà via tutto il resto.

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