Gattuso in conferenza stampa era stato chiaro: contro la Sampdoria sarebbe stata una battaglia perché in panchina non c’è un allenatore qualsiasi. Ranieri definito “marpione” da Ringhio si è poi dimostrato tale dopo il doppio svantaggio subìto nei primi minuti mettendo Ramirez fra le linee per rendere meno prevedibile il gioco avversario. Le emozioni non sono mancate minimamente e la partita è stata fino alla fine vivissima: il Napoli l’ha aperta, la Samp l’ha ripresa col solito Quagliarella da pallone d’oro contro gli azzurri, Demme l’ha sistemata con il secondo gol in carriera e Dries l’ha chiusa.
Appunto il solito, meraviglioso, Fabio Quagliarella dà il ‘la’ alla remuntada momentanea con una rete da cineteca, ottavo gol contro la sua ex squadra e una non-esultanza che certifica il suo amore per questi colori. Un gol annullato, un rigore assegnato e i blucerchiati al 73esimo con Gabbiadini, altro giocatore passato da queste parti, hanno acciuffato il Napoli scaldando gli animi e la tensione in campo. Non una gara “soft” per La Penna che ha dovuto lavorare un bel po’ questa sera. Il mercato di gennaio, definito di “riparazione” ha sortito – finora – i suoi effetti positivi, soprattutto a centrocampo con Demme e Lobotka. Entrambi hanno apportato miglioramenti e i due registi erano proprio gli uomini che mancavano per completare la parte mediana, scevra appunto di calciatori con queste caratteristiche anche perché poco inclini al gioco ancelottiano.
L’allenatore, oggi dell’Everton, sembra ormai solo un lontano ricordo. La mano di Gattuso si percepisce partendo dal modo in cui le azioni partono: spazi stretti e massimo uno-due tocchi. Organizzazione, impegno, serietà: le tre componenti che da subito l’allenatore ha voluto inculcare ad una squadra in completa confusione. Terza vittoria compresa quella della Coppa Italia. Trenta punti e quanto meno l’Europa League, con il Cagliari a 32, molto più plausibile. Il Napoli torna a sognare e a segnare, ora si fa sul serio.