In collaborazione con BTL | Behind The Line
Partite visionate: Juventus vs Genoa (2-1; 1-1 HT) & Genoa vs Udinese (1-3; 1-1 HT)
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SISTEMA DI GIOCO
- Base: La squadra, complice anche il recentissimo cambio in panchina, ha provato nelle ultime gare due diversi sistemi di gioco, entrambi radicalmente diversi da quello utilizzato durante la precedente gestione tecnica: il 4-3-1-2, adottato nelle prime due uscite dal neo-tecnico Thiago Motta, e il 4-2-3-1, usato invece nell’ultima gara contro l’Udinese. A prescindere dal sistema, il grifone ha mostrato diversi punti fermi nell’undici iniziale: tra i pali, il titolare inamovibile è il rumeno scuola Inter Radu, portiere esploso la scorsa stagione dotato di buone abilità sia tra i pali sia nelle uscite. La linea di difesa, con il cambio di guida in panchina, è passata da tre a quattro uomini: al centro le prime scelte sono Zapata e Romero mentre i due terzini sono Ghiglione a destra e Ankersen sulla sinistra (situazione che potrebbe cambiare sulla corsia mancina dopo il rientro dall’infortunio di capitan Criscito). A centrocampo, il titolare inamovibile è il veterano Lasse Schone, vero colpo di mercato dell’estate rosso-blu. Al suo fianco, Thiago Motta ha lanciato il 20enne colombiano Kevin Agudelo, giocatore ignorato e che mai aveva trovato spazio nella gestione Andreazzoli. Le prime alternative in mediana sono Radovanovic e Cassata, anche lui rinvigorito e rilanciato dall’arrivo del tecnico italiano in panchina. In avanti invece, le gerarchie sono abbastanza chiare, soprattutto per quanto riguarda la punta centrale: il terminale avanzato è infatti l’altro grande colpo di mercato dell’ultima sessione, il giovane ex Frosinone e scuola Inter, Andrea Pinamonti. A completare il pacchetto offensivo ci sono Kouame, altro gioiello del grifone, e l’esperto macedone Goran Pandev. Le principali alternative a disposizione in avanti sono il trequartista in cerca di rilancio Riccardo Saponara e il turco arrivato in estate dal Galatasaray Sinan Gumus (anche lui prima dell’arrivo di Thiago Motta non aveva giocato neanche un minuto).
- In fase di possesso: Quando la squadra è in possesso della sfera, si dispone sul terreno di gioco principalmente con un 2-5-2-1 che prevede i due difensori centrali in posizione arretrata, i due terzini che salgono e si portano sulla stessa linea dei centrocampisti, Pinamonti punta avanzata e due giocatori offensivi alle sue spalle che fanno molto movimento. E’ bene precisare che, in questa disposizione, uno dei cinque uomini della linea mediana (quasi sempre Schone), è leggermente più indietro rispetto ai compagni. Anche sui terzini c’è una piccola ma doverosa precisazione da fare: questi, come detto, iniziano la fase disponendosi sulla stessa linea dei centrocampisti ma, con lo svilupparsi della manovra, si portano verso l’area avversaria, partecipando quindi attivamente anche alla fase di finalizzazione.
- In fase di non possesso: In questa fase, la squadra di Thiago Motta, a seconda di dove si trovi il pallone, utilizza due diversi sistemi di gioco: quando la sfera è nella metà campo offensiva, i rosso-blu si dispongono con un 4-2-3-1, mentre quando la palla entra nella zona difensiva, la scelta ricade su un più coperto e compatto 4-4-1-1 con i due esterni d’attacco che si abbassano affiancando i due centrocampisti e un solo uomo alle spalle del solo Pinamonti che resta sempre più avanzato rispetto ai compagni. E’ bene precisare che l’uomo alle spalle della punta avanzata, in qualche occasione, finisce con l’abbassarsi anche lui, formando cosi una linea a cinque a centrocampo. Anche nella fase di non possesso, il danese Schone è spesso leggermente più indietro rispetto agli uomini che compongono la linea.
INTRO
Il Genoa Cricket and Football Club, ha iniziato questa stagione sportiva affidando la guida tecnica della prima squadra ad Aurelio Andreazzoli: il tecnico toscano però, non ha ottenuto i risultati che Preziosi e tutta la dirigenza genoana si sarebbero aspettati da lui. Pertanto, la società ha ha deciso di sollevarlo dall’incarico dopo appena otto giornate. Al suo posto, è arrivato in panchina l’ex nazionale azzurro Thiago Motta, alla sua prima vera esperienza importante da allenatore. Cosi come avviene ormai da qualche stagione a questa parte, la società ligure ha deciso anche quest’anno di puntare tantissimo sui giovani, affiancando poi a questi qualche giocatore di grande esperienza: non a caso, oltre ai giovanissimi Pinamonti, Agudelo e Ghiglione, questa estate è arrivato in casa rosso-blu anche il veterano Lasse Schone, ex Ajax e icona del calcio danese ed europeo. Da quando alla guida del grifone c’è Thiago Motta, il modo di giocare della squadra è totalmente cambiato: il diktat dei liguri infatti, è ora quello di fare tanto possesso palla, costruire il gioco dal basso con una fitta di rete di passaggi per poi finalizzare l’azione con un cross o un traversone verso il centro del campo. Se la ricerca del possesso palla e del cosiddetto “bel gioco” è una cosa che fa onore e può affascinare i tifosi genoani, al momento della stesura di questo report, i risultati non sembrano dare ragione al tecnico italiano: dopo la vittoria all’esordio e in rimonta contro il Brescia, sono arrivate due sconfitte di fila contro Juventus (preventivabile) e Udinese. Nella sfida contro i friuliani, la squadra di Thiago Motta ha fatto registrare il 62% di possesso palla, senza però mai riuscire a sfruttarlo in modo efficace e anzi, risultando anche abbastanza statica e con poche idee nella gestione della sfera. I liguri poi, fanno anche grande attenzione alla fase difensiva, coinvolgendo in questa quasi sempre dieci uomini (nove di movimento più il portiere) disposti su due linee molto vicine che garantiscono densità in zona centrale senza però trascurare la copertura delle corsie che risulta comunque efficace.
FASE DI POSSESSO
Con l’arrivo di Thiago Motta, il grifone ha completamente stravolto il suo modo di giocare in fase di possesso: il tecnico italiano infatti ha totalmente accantonato le idee portate dall’ex allenatore Andreazzoli, “imponendo” alla sua squadra la costruzione del gioco dal basso e con palla a terra. Pertanto, ogni attacco organizzato della squadra ligure inizia sempre dal portiere che gioca il pallone sempre sul corto con uno dei due difensori centrali che nel frattempo si è allargato. La sfera poi viene scambiata più volte con il centrocampista che si è portato basso (formando così il classico “rombo basso”) e con i terzini, creando quindi un giro-palla insistito e molto prolungato (talvolta anche statico). Questa struttura a rombo può anche diventare un trapezio se si abbassano per ricevere entrambi i centrocampisti centrali.
Durante questo giro-palla, il pallone viene spesso fatto girare da una parte all’altra nel campo e ad un passaggio in avanti segue quasi sempre un passaggio all’indietro (classico “palla avanti-palla dietro” ), nel tentativo ovviamente di guadagnare campo e far muovere la squadra avversaria. Una volta arrivati a ridosso del centrocampo, il possesso palla si concentra su uno dei due lati del campo, zona nella quale il grifone tenta di fare superiorità numerica e sviluppare la parte finale della manovra offensiva, coinvolgendo ovviamente anche i terzini che nel frattempo si sono portati più avanti. La principale scelta in fase di finalizzazione infatti, è quella che prevede il cross o il traversone verso il cuore dell’area, alla ricerca di uno dei tre giocatori offensivi (calciatori che durante tutta questa fase risultano sempre e comunque molto mobili e disposti a scambiarsi la posizione in campo tra di loro). A mettere il pallone in mezzo è quasi sempre uno dei due terzini. Per riassumere questo che è a tutti gli effetti il modo privilegiato dagli uomini di Thiago Motta per produrre gioco offensivo, così come si evince anche dalle heatmaps che seguono, possiamo dire che il gioco del Genoa si sviluppa in ampiezza e con un insistito possesso-palla fino alla trequarti offensiva, per poi accentrarsi con cross e traversoni una volta arrivati nei pressi dell’area di rigore.
L’altra soluzione adottata dagli uomini di Thiago Motta è la verticalizzazione verso i giocatori offensivi (il destinatario principale di questa giocata è Kouame): quando il giro-palla non comporta avanzamento territoriale infatti, i rosso-blu fanno arrivare il pallone ad uno dei due terzini che riceve e immediatamente lancia lungo in avanti cercando di far arrivare la sfera al compagno che sta attaccando la profondità. Il tiro da fuori è poco gettonato, anche perché non ci sono in rosa grandissimi tiratori dalla distanza. Alla fase offensiva partecipano sempre nove uomini, gli unici esclusi da questa sono i due difensori centrali che restano bassi e in marcatura preventiva.
TRANSIZIONE POSITIVA E SMARCAMENTO PREVENTIVO
In caso di palla rubata, nella stragrande maggioranza dei casi, la scelta principale sarà sempre la stessa: consolidamento del possesso e inizio del giro-palla dal basso per sviluppare l’azione. Anche per questo motivo, lo smarcamento preventivo fatto da Pinamonti e talvolta da Kouame, risulta del tutto inutile o quantomeno inefficace (anche perché i giocatori offensivi non vengono coinvolti nel giro-palla). Questa ricerca esasperata del gioco palla a terra si registra anche quando il possesso viene recuperato in zona difensiva e questo può creare non pochi problemi agli uomini di Thiago Motta, soprattutto se la squadra avversaria opta per la ri-aggressione una volta perso il possesso.
FASE DI NON POSSESSO
Come specificato nella sezione “SISTEMI DI GIOCO” di questo report, la squadra rosso-blu nella fase di non possesso adotta due diversi schieramenti in campo a seconda di dove si trova la palla. Quello che non cambia invece è l’atteggiamento degli uomini di Thiago Motta durante tutta questa fase: sia che ci troviamo nella metà campo offensiva, sia che si stia giocando in quella difensiva, gli uomini del grifone preferiscono disporsi in modo ordinato in campo e aspettare l’avversario, evitando quindi ogni tipo di pressione o pressing. Gli uomini addetti alla difesa (tutti tranne Pinamonti che resta più avanzato), si dispongono sue due linee, disposizione che riesce a garantire una buona copertura in ampiezza di ogni zona del campo, lato debole compreso. La vicinanza delle due linee (soprattutto quando la sfera è a ridosso dell’area di rigore), quella difesa e quella di centrocampo, permette di creare tanta densità soprattutto nella zona centrale del campo, lasciando però sguarnita la zona al limite dell’area che risulta sempre libera e facilmente sfruttabile dagli avversari che possono andare al tiro dalla distanza con una certa libertà.
Come detto, alla fase difensiva partecipano attivamente anche gli esterni d’attacco (Kouame e Pandev nello specifico) che, quando la manovra avversaria si sviluppa sul lato, si abbassano e vanno in aiuto del terzino: come si vede dalla lavagna tattica che segue infatti, quando il terzino genoano avanza e/o va in uscita verso il portatore di palla, l’esterno offensivo (o all’occorrenza il centrocampista più vicino) va ad occupare lo spazio lasciato libero alle spalle dal terzino, impedendo così un facile gioco sul lato agli avversari e la superiorità numerica sullo stesso. Parallelamente, l’esterno dall’altro lato si porta accanto al terzino, allungando così la linea di difesa.
Quando invece gli attaccanti portano la loro offensiva per via centrale e sono nei pressi dell’area di rigore, entrambi gli esterni d’attacco si affiancano ai terzini o comunque si portano a ridosso di questi, infoltendo così la linea difensiva. Cercano di non concedere agli avversari il gioco sul lato con conseguente cross/traversone in mezzo, anche perché su questo tipo di giocate, i DC sembrano andare in difficoltà (soprattutto sulle palle alte dimostrano non grande bravura nel gioco aereo). Gli uomini del pacchetto difensivo difendono a zona; i raddoppi non sono sistematici e vengono portati solamente sul lato e sono composti da terzino e centrocampista/esterno d’attacco che si è abbassato. Alla manovra difensiva partecipano quasi sempre in dieci, resta fuori da questa solamente una delle due punte che fa smarcamento preventivo.
TRANSIZIONE NEGATIVA E COPERTURA/MARCATURA PREVENTIVA
Quando perde il possesso del pallone, salvo rari casi in cui la palla è “potenzialmente recuperabile” facendo pressione (soprattutto con gli uomini più avanzati), la squadra di Thiago Motta preferisce sempre ripiegare e sistemarsi in difesa.
SWOT ANALYSIS
- Punti di Forza:
- Rapidità e movimenti senza palla in area degli uomini offensivi (soprattutto Kouame);
- Calci di punizione dal limite calciati da Schone;
- Abilità nel cross e nei traversoni dei terzini;
- Buona copertura in ampiezza del campo.
- Punti Deboli:
- Scarsa abilità nel gioco aereo e nella lettura di cross e traversoni dei giocatori difensivi;
- Possesso palla talvolta molto statico ed esasperato;
- Difensori centrali con scarse abilità in fase di palleggio;
- Scarsa varietà di alternative in fase di finalizzazione.
- Opportunità:
- Portare pressing alto nel tentativo di evitare il loro giro-palla e cercare anche di recuperare la palla sfruttando i limiti degli uomini più arretrati;
- Sfruttare il tanto spazio lasciato fuori area calciando in porta o facendo scambi rapidi;
- Fare ri-aggressione immediata una volta perso il possesso del pallone per evitare che si organizzino.
- Rischi:
- Subire eccessivamente il possesso palla e quindi non avere il pallone tra i piedi per molto tempo;
- Farsi trovare impreparati sulle verticalizzazioni fatte per servire Kouame e Pinamonti alle spalle della difesa.
UOMO DA TENERE D’OCCHIO – CHRISTIAN KOUAME
Christian Kouame, classe ’97, nativo della Costa d’Avorio, altezza 1.85cm – peso 70kg, piede preferito: destro. Il nazionale ivoriano nasce come attaccante centrale ma, data la sua grande velocità e rapidità, può anche essere schierato come esterno d’attacco o come seconda punta. Il 22enne africano, come si può anche vedere dalle heatmaps che seguono e che si riferiscono alla partita giocata contro la Juventus, parte principalmente sul centro-sinistra del fronte d’attacco ma la zona di campo nella quale fa registrare di più la sua presenza è quella sinistra di centrocampo. Pur essendo un giocatore offensivo infatti, Kouame si sacrifica moltissimo in fase di copertura, aiutando sistematicamente il terzino che gioca sul suo stesso lato.
Il nazionale della Costa d’Avorio, come detto, è dotato di una grande rapidità e velocità di base, doti che gli permettono di essere molto temibile in fase di ripartenza. Inoltre, è molto bravo a inserirsi in area di rigore e a muoversi senza palla in questa. Risulta molto efficace inoltre nell’attaccare la profondità. Abile nell’1vs1, Kouame può saltare l’uomo con facilità e non disdegna anche il tiro dalla distanza, fondamentale nella quale dimostra buone abilità. La buona forza fisica, gli permette di reggere il confronto anche con difensori più grossi di lui.