Anche la pazienza del leader calmo ha un limite, che questa volta è stato superato. Il bonus concesso al Napoli da Ancelotti si era infatti esaurito nella trasferta di Firenze, in cui l’ allenatore azzurro aveva sopportato con apparente serenità il pareggio senza gol della sua squadra. Ma la beffarda replica di domenica sera al San Paolo contro il Torino ha fatto arrabbiare Re Carlo, che si è sbracciato invano dalla panchina durante i 90′ ( in maniera per lui abbastanza insuale) e si è fatto poi sentire anche nello spogliatoio: senza concedere alibi ai suoi giocatori. «La nostra prestazione è stata complessivamente buona, per tenuta difensiva, organizzazione e occasioni costruite. Non è accettabile tuttavia sprecare una quindicina di palle gol nello spazio di nin due partite e la responsabilità di questi errori e solamente nostra », ha tirato le somme il tecnico di Reggiolo, infastidito soprattutto dalla mancanza di cattiveria dimostrata dai suoi attaccanti davanti alla porta avversaria.
Il black-out realizzativo del Napoli , con tre gare concluse senza segnare gol nelle ultime quattro di campionato (contro Milan, Fiorentina e Torino), ha tra l’ altro vanificato in parte lo straordinario lavoro fatto da tutta la squadra nella fase difensiva. L’ ultima rete subita in serie A dagli azzurri risale infatti al debutto nel 2019 contro la Lazio, a metà gennaio: 385′ filati d’ imbattibilità. Ma è un record effimero e fine a sè stesso, quello messo insieme anche grazie alle parate di Meret e Ospina, che si sono brillantemente alternati tra i pali e continueranno a farlo in futuro. «Il portiere colombiano sarà riscattato alla fine della stagione e resterà certamente con noi » , ha infatti annunciato domenica sera Ancelotti. L’ altra buona notizia è il rinnovo sempre più vicino di Piotr Zielinski, confermato di persona ieri dal centrocampista polacco. « I miei agenti ci stanno lavorando: io sto bene qui e vorrei scrivere la storia di questo club, pure per fare felici i nostri eccezionali tifosi».
Ospina e Zielinski avranno un ruolo molto importante pure nel Napoli che verrà, dunque. Ma in cima ai pensieri di Ancelotti continua a esserci ovviamente il presente, che non può e soprattutto non deve passare in secondo piano: a dispetto del ritardo in classifica diventato ormai incolmabile (-13) dalla Juventus. «Macché stagione di transizione, siamo appena a metà febbraio e nei prossimi mesi abbiamo ancora moltissimi traguardi da inseguire » , ha infatti messo subito in chiaro (pubblicamente e dentro lo spogliatoio) l’ allenatore azzurro, avendo ben presenti i pericoli che comporterebbe in questo momento un calo di tensione. Anche il San Paolo sempre più vuoto rischia di diventare un alibi per la squadra, costretta a giocare in un’ atmosfera sempre più deprimente: a causa del malumore di una parte della tifoseria. « Qui non si vince ormai da troppo tempo e non è facile riaccendere la spina dell’ entusiasmo dopo i tre anni del Sarrismo » , ha commentato ieri il sindaco Luigi de Magistris, sposando la causa degli “aventiniani”. Intorno al Napoli tira un’ aria poco salubre ed eccessivamente critica, rispetto alla qualità del gioco messa in mostra anche domenica sera dalla squadra, al di là del risultato. Ma Ancelotti non ha cercato scusanti. «I punti che abbiamo perso contro la Fiorentina e il Torino sono solo colpa nostra » . Deconcentrazione e mancanza di cattiveria sono infatti le uniche spiegazioni plausibili per il black-out in attacco, a cui gli azzurri dovranno subito mettere fine. Pesa il periodo no di Mertens, in tribuna a Zurigo e in panchina con il Torino. Il purgatorio del belga sta per finire, però. Sarà lui il primo antidoto al gol perduto.