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CURIOSITÀ – Callejon lo scaramantico: dall’allergia alla pelle ai calzerotti messi al contrario

Nel 2008, gli allenatori del Castilla – la seconda squadra del Real Madrid – lo paragonavano a David Villa. Somiglianti nel fisico, nella “risoluzione” tecnica quando penetrano nell’area e stessi movimenti per smarcarsi. Il giovane José Maria Callejon esegue in modo del tutto naturale quello che i professionisti chiamano ‘passo di danza’.
Rompe le azioni avversarie e rompe il fuorigioco con traversate assolutamente imprevedibili. Solo José conosce il suo destino, solo lui sa dove sarebbe potuto arrivare con il suo enorme potenziale. Molto spesso, i centrali e i laterali ignoravano il suo movimento e se ne accorgevano troppo tardi dell’errore commesso mentre lui era alle loro spalle. Era così al Real, è così al Napoli. Nella stagione 2007-2008, mise a segno 21 gol. Dalla stagione 2013-2014 poi, Callejon ha segnato 50 gol.  Anche quest’anno in azzurro è uno dei giocatori maggiormente imprescindibili. E sebbene non sia un nove, non ha intenzione di fermarsi qui. Ha ancora tanto da dare, su quella fascia destra.

I 60 euro dell’elezioni.

Il ragazzo di Motrill è serio, forte, e professionista come pochi. Resta lì nel suo ruolo e non si scompone mai, si applica fino all’ultimo minuto in cui l’allenatore decide che sarà in campo. A Madrid i compagni di squadra lo prendevano in giro per un motivo veramente esilarante ma che fa riflettere sulla sua personalità: nel novembre del 2011, al Mestalla si gioca uno dei clasicos, Valencia-Real Madrid. José è in panchina e a fine partita, saluta i compagni e se ne torna nella sua Motrill. Il motivo? Era stato convocato come vice presidente di seggio per le imminenti elezioni. L’indomani sarebbe tornato di nuovo a Madrid, pronto al servizio dello Special One, Mou. Prese 60 euro per il suo aiuto e da lì i suoi compagni non seppero resistere, iniziarono a chiamarlo l’uomo dai 60 euro.

Il numero 7.
La sua maglia è sua e di nessun altro. Il perché dell numero 7 non è una questione di Cristiano Ronaldo, di idoli, di storie che vanno per forza raccontate o romanzate. No, José ha il 7 perché ha sempre giocato con quella maglia lì, e non gliela togli in nessun modo. Il primo anno a Napoli avrebbe voluto lo stesso numero: ci riuscì perché “per fortuna” il Matador Cavani fu ceduto proprio in quella stagione.

Con 30° lui è a maniche lunghe.
C’è inoltre un grosso mistero riguardo a José. Sono in tanti, a Napoli, a chiedersi il perché giochi sempre e comunque in maniche e calzettoni lunghi, anche quando il caldo lo impedirebbe a qualsiasi essere umano. La risposta di Callejon? “Mi piace giocare così, non ci sono altri motivi di fondo”, le sue parole al Mattino. In realtà, pare che l’ex Real soffra di una particolarissima allergia alla pelle, già ‘diagnosticata’ quando era piccolo e giocava nelle giovanili dei blancos. Chiaramente non gli compromette nulla, soprattutto con le maglie traspiranti, che diventano difatti la seconda pelle. Riguardo invece ai calzerotti messi al contrario pare sia solo una forma di scaramanzia, uso ricorrente tra alcuni calciatori, tra i quali rientra anche un ex azzurro, Michu.

Con Ancelotti.                                                                                                              José ha ritrovato Carlo Ancelotti, dal quale era stato già allenato nel 2016. In quel periodo però pare proprio che la stampa sportiva spagnola non rilasciasse articoli che facevano trasparire un grande rapporto tra i due. Infatti, secondo alcune indiscrezioni, pare sia stato proprio il nuovo tecnico partenopeo a volerlo via da Madrid, o meglio a sacrificarlo a causa dei tanti, vari e forti ingressi. A Napoli non potrà ripetere la stessa richiesta perché, ad oggi, senza José il Napoli non gira.

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