Sono bastati 94 minuti per cambiare umore.
Dopo la fine del mercato senza particolari colpi, i tifosi erano in trepidante attesa per l’inizio del campionato che vedeva subito un’avversaria arcigna: la Lazio di Inzaghi.
La tradizione vuole, però, che l’Olimpico sia uno stadio benevolo agli azzurri confermando, anche quest’anno, la striscia positiva di risultati che, sarà stata meno brillante delle scorse stagioni (ultime due 1-4 e 0-3), ma che ha rappresentato la vittoria più bella per rispondere ai tre punti conquistati in extremis dalla Juve sul Chievo.
La squadra, dopo i primi i venti minuti in cui i padroni di casa hanno cominciato con lo sprint giusto, segnando anche un gol bello con Immobile, si sono spenti come un lumicino perdendo le giuste motivazioni per mantenere il risultato dalla propria parte.
Milik, ancora una volta, si è dimostrato un animale d’area di rigore, con un fiuto del gol impressionante.
Gli inizi per lui sono sempre molto positivi, peccato che quegli infortuni abbiano fermato la voglia e la bravura di un giocatore che non si arrende mai.
Se una caduta non ti uccide, ti fortifica e lui ha fatto tesoro delle esperienze negative per mettere in campo tutta la grinta che serve per dare un supporto concreto.
Difesa che ha bisogno di oliare meglio alcuni meccanismi, Koulibaly non ancora al 100% perdendosi un paio di volte le marcature che sarebbero potute essere fatali, tutto sommato però la presenza fisica del senegalese dà sicurezza al reparto.
Insigne, a secco nel precampionato, ha siglato il gol vittoria con una palla sul secondo palo imprendibile per Strakosha,anche lui bestia nera dei laziali ai quali ha segnato pure due anni fa.
Allan il vero toro del centrocampo, imprescindibile la sua presenza, bene Hamsik alla sua prima da regista: ciak, si gira!
Insomma, la paura si è trasformata in gioia per un risultato pesantissimo al momento.
La pazienza è la virtù dei forti ed Ancelotti, da leader calmo, ha fatto parlare il campo.