Quel pizzico di sana follia che non c’è più

San Siro alias muraglia cinese. Quest’anno il campo milanese non ha regalato tante gioie agli azzurri che non hanno mai segnato e mai vinto, perdendo dunque punti importanti per la volata scudetto.

Una partita equilibrata, di ordinaria amministrazione per entrambe le squadre le quali giocano a calcio e cercano di sfiancare l’avversario con il giro palla. A volte però bisogna uscire fuori dagli schemi e tentare la giocata del singolo, quella del campione come Insigne o Mertens più volte hanno fatto vedere da quando vestono la maglia azzurra. Il primo ci prova, ma sbatte sempre contro Calabria; il secondo è diventato un ectoplasma, avulso dal gioco e dalle stesse giocate. Sarri gli ha dato ugualmente fiducia, però il belga non ha saputo ricambiarla a dovere e anche oggi non è stato pervenuto.

Callejon corre, difende, spalleggia come al solito, senza mai essere veramente pericoloso.
Un attacco sotto tono, castrato nei movimenti con lanci sempre falliti. Non è più quel Napoli brillante soprattutto mentalmente, sfiancato da una lotta forse troppo difficile per le sue possibilità.

C’era anche Ghoulam a sostenere i compagni, quasi come fosse un vero tifoso, tanto che ha postato sul suo profilo Instagram una foto e il coro che ormai aleggia nella testa degli azzurri da diverso tempo: “Napoli ritorna campione”, la chiosa finale di un desiderio sempre più complicato da attuare, nonostante oggi la Scala del calcio fosse tinta ad ampi raggi del colore del cielo. Un giorno senza sana follia – in cui anche il mister con la tuta ha reso scontato – lascerà subito spazio alla prossima partita contro l’Udinese con il rammarico di non aver osato e quella mano di Donnarumma che può aver fermato definitivamente la corsa scudetto.

Servirà una svolta prima che tutto possa chiudere il sipario senza applausi.

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