Cercasi Kalidou. Disperatamente: perché quando uno come lui, come Koulibaly il grande, stecca una partita, beh, nessuno ci fa caso, ma se il rendimento fa su e giù da qualche settimana, allora sì che la storia cambia. Soprattutto nel bel mezzo delle ultime tappe della corsa scudetto e alla vigilia di una trasferta tanto decisiva quanto delicata: a San Siro con il Milan. Bene, non resta che cancellare la prestazione con il Chievo, acciuffato e superato in extremis dopo un regalo, e poi rimettersi a fare le solite cose: ovvero, quelle degne di un difensore considerato unanimemente tra i migliori d’Europa.
LEGGEREZZA FATALE. E allora, la parabola di Koulibaly: mostruoso fino a un certo punto, diciamo fino a quando il Napoli ha completato il record di dieci vittorie consecutive, e poi gradualmente in calo proprio come il resto della squadra. E dunque, salvo una discreta prestazione con l’Inter, dalla Roma al Chievo: partita complicata in maniera del tutto inaspettata proprio in virtù di un pasticcio inaugurato da Kalidou. Con un passaggio sufficiente a Tonelli intercettato da Giaccherini e poi trasformato nel gol del momentaneo vantaggio da Stepinski. Una leggerezza che, se non fosse arrivato il miracolo combinato Milik-Diawara, avrebbe virtualmente chiuso il discorso scudetto.
CHE GIOCATORE. Colpevole? Beh, nella fattispecie un po’ svagato. Certo: ma come si fa a crocifiggere uno del calibro di Koulibaly? Ovviamente certi errori bisogna evitarli, soprattutto nella fase cruciale di un testa a testa mozzafiato, ma è impossibile puntare il dito nei confronti di un giocatore che ha ridotto al nulla quasi tutti gli attaccanti affrontati in campionato. Ecco, il fatto è proprio questo: ora più che mai serve il ritorno in grande stile del miglior Kalidou. Una sorta d’intellettuale dal cuore gentile che in campo non ha pietà: strapotere fisico, anticipo, marcatura e, nelle giornate migliori, anche una certa gestione del pallone nella fase di manovra. E poi i gol: 4 finora, mai così tanti in carriera, realizzati con Lazio, Cagliari, Torino e Verona. Il 6 gennaio: tre mesi fa.
A MILANO. Mica male la prospettiva di interrompere sia il digiuno, sia la serie di passerelle non esattamente eccezionali già domenica a San Siro con il Milan. Altroché: il Napoli deve vincere, assolutamente, e contro Cutrone e compagni è necessaria una prestazione difensiva stracolma di concentrazione: il giovane attaccante, Suso e anche Çalhanoglu possono colpire in qualsiasi momento. Tutto chiaro? Ma sì, nessun dubbio: quelli come Koulibaly non si lasciano pregare più di tanto.