Il Napoli supera un tignoso Verona per 2-0 e rimane in testa alla classifica prima della sosta del campionato. Gli uomini di Sarri, che hanno faticato più del dovuto per battere la formazione scaligera, sono tornati alla vittoria dopo aver mandato giù l’amaro boccone dell’eliminazione in coppa Italia. Contro il Verona tutta la squadra si è ben disimpegnata ma coloro che si sono distinti sono stati Koulibaly, Callejon e Insigne. Il muro nero Koulibaly ancora una volta ha dato dimostrazione di non appartenere al pianeta Terra. E’ il padrone incontrastato della difesa partenopea, capace di interdire con forza disumana e rilanciare l’azione quando ce n’è l’opportunità. Ieri ha addirittura segnato il primo gol del Napoli, sbloccando la partita e consentendo agli uomini di Sarri di archiviare la pratica Verona. Ormai il prezzo del suo cartellino cresce a dismisura giornata dopo giornata, difensore di assoluto livello continentale. Straordinaria anche la partita di Callejon. Lo spagnolo, autore della seconda rete che ha sigillato il risultato, è stato un vero e proprio metronomo sempre al servizio della squadra. Con la rete di ieri ha raggiunto la splendida cifra di 70 gol in 237 partite con la casacca del Napoli, numeri straordinari per un giocatore che dal suo arrivo al Napoli ha dato sempre un contributo altamente produttivo. Stacanovista illuminato è quello che ha giocato di più di tutta la formazione partenopea. I dirigenti azzurri sono alla ricerca di un sostituto per farlo rifiatare, ma sarà difficile trovare un calciatore della sua abilità. Grande prova anche di Lorenzo il magnifico. Insigne, quando è ispirato, è sempre uno che fa la differenza. Anche contro la banda Pecchia, Lorenzo si distingue per fantasia e talento, disegnando parabole maligne che mettono in difficoltà l’avversario, come nel caso del secondo gol di Callejon. Il leader tecnico per antonomasia del gruppo azzurro, l’arma letale da lanciare all’occorrenza. In conclusione comincia bene il 2018 per la squadra partenopea grazie e soprattutto all’apporto dei suoi uomini cardine.
Di Ferdinando Guma