Home News Gazzetta: “Effetto Pep, il Napoli si è spento in attacco”

Gazzetta: “Effetto Pep, il Napoli si è spento in attacco”

Dieci vittorie e due pareggi: è il cammino del Napoli in questo avvio di campionato. Grandi numeri, certo, che gli consentono di stare ancora lassù, in testa alla classifica, pure se la Juventus è a un solo punto, ormai. Una continuità incredibile, giunta a 24 gare utili consecutive in Serie A, tra questa stagione e la scorsa, ma la discussione vera si è aperta dopo lo 0-0 col Chievo, al Bentegodi, il secondo dopo quello ottenuto nello scontro diretto con l’ Inter, al San Paolo. I due risultati hanno avuto in comune un aspetto che, probabilmente, li ha determinati. Sono arrivati dopo il doppio confronto di Champions League contro il Manchester City, il vero tormento napoletano di quest’ inizio di stagione, che ha richiesto un dispendio di energie notevole. L’ idea di tenere testa a Pep Guardiola ha convinto Maurizio Sarri a non risparmiarsi, a puntare tutto sui titolari, costringendoli a una fatica doppia, considerato che si è giocato ogni tre giorni, tra Europa e Serie A.

BLOCCO AVANZATO Qualcosa l’ ha pagato, il Napoli. È stato evidente il calo della fase offensiva, domenica pomeriggio, per esempio. Vedere Callejon e Mertens in difficoltà, è stata la vera novità di giornata. Il tridente non ha dimostrato la solita convinzione, quella brillantezza e rapidità nei movimenti che, spesso, hanno costretto alla resa le difesa avversarie. Nemmeno a Verona l’ allenatore ha voluto rinunciare ai suoi attaccanti mentre, probabilmente, qualcuno di loro avrebbe avuto bisogno di fermarsi. Invece no, Insigne e i due compagni d’ attacco hanno dovuto sostenere l’ ulteriore sforzo senza, peraltro, raggiungere lo scopo. Alla fine, il Napoli ha pareggiato senza segnare.

ALTERNATIVE Il problema è tutto qui, nelle alternative. È ufficiale, adesso, che Sarri non si fida del materiale che ha in panchina. Almeno in partenza, non lo prende nemmeno in considerazione. Gli infortuni di Milik e Ghoulam gli hanno complicato ancor di più i piani. L’ assenza dell’ attaccante polacco si avverte più del dovuto, soprattutto a partita in corso, quando magari c’ è bisogno di maggiore fisicità nell’ area avversaria. Come al Bentegodi, per intenderci. Con Milik, Sarri s’ è spinto pure a cambiare modulo, passando dal 4-3-3 al 4-2-3-1, un’ opportunità impraticabile, al momento, perché non c’ è un centravanti di riserva e perché Giaccherini e Ounas sono due esterni che, fin qui, hanno sommato un minutaggio inferiore ai 100 minuti. Con l’ arrivo di Inglese a gennaio, qualcosa potrebbe cambiare anche se la storia recente racconta che gli acquisti invernali non sono mai stati utili alla causa.

Fonte: Gazzetta dello Sport

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