Forse l’ultima partita quella di Manolo Gabbiadini, prima che l’addio venga certificato. Il mercato è lo sfondo malinconico della partita del bergamasco che, forse, stasera ha calcato per l’ultima volta l’erba del San Paolo con la maglia azzurra. Maglia azzurra che stasera è rimasta negli armadietti, da dove Gabbiadini raccoglierà le sue ultime cose per raggiungere nuovi porti da dove far sbocciare la sua carriera, senz’altro lucente visto il suo talento. Clima freddo, il vento polare soffia ancora anche lì dove il sole domina sempre le giornate anche in inverno. Lo definivano freddo, distaccato, di ghiaccio. Infondo, però, nelle ultime ore ha dimostrato di possedere un cuore molto più romantico e passionale di quanto il freddo del nord, nel quale è nato, potesse superficialmente suggerire. Il buon Manolo gioca con personalità, si destreggia nel campo con determinazione ed armonia, vestendo i panni del combattente volitivo. Gioca con la squadra e cerca costantemente di gravitare al centro del gioco offensivo, come se volesse lasciare una traccia del suo periodo azzurro. Periodo azzurro costellato di ombre ma anche di acuti, cadute e risalite che non hanno oscurato il talento e la qualità di quel piede sinistro che, per dovere intellettuale, è uno dei migliori in circolazione. Anche la più banale partita di Coppa Italia può trasformarsi in un teatro di emozioni, in un contrasto acceso tra passato e futuro. Un confronto tra chi chiude il proprio sipario e chi, invece, lo sta aprendo alla propria partecipazione nel progetto azzurro. Il destino molte volte riesce a scrivere copioni difficilmente credibili per quanto perfetti siano. Gabbiadini saluta con il cuore il pubblico che, nonostante tutto, l’ho amato fin dall’inizio e che ancora oggi batte per lui. Manolo in occasione del terzo gol accompagna con il petto la porta in rete, come se il suo cuore avesse voluto regalare un’ultima emozione a quel pubblico che in lui non ha mai perso fiducia. Come non si potrebbe intravedere, anche in un semplice gol, del romanticismo? Solo poche ore prima, infatti, il numero 23 aveva postato sul proprio profilo Instagram un fantastico video in ricordo dello spettacolo offerto da Napoli la notte di capodanno. Fuochi d’artificio allora, a salutare un campione che lascia, che batte il cinque all’uscita dal campo al nuovo che avanza, al nuovo capitolo che caratterizzerà l’attacco partenopeo. In una standing ovation il riassunto di una storia, di un mercato che si diverte ad invertire i ruoli cambiando prospettive come in un gioco di società: Gabbiadini esce, Pavoletti entra. L’ex Genoa sfiora il gol e dimostra di essere un attaccante d’area di rigore di razza, dimostrando di poter essere un acquisto più che azzeccato per le necessità azzurre.
Questa sera, almeno per ora, non diamo vita al confronto selvaggio tra i due ma fermiamoci a pensare. Ricordiamo e celebriamo un giocatore che lascia la causa dopo aver realizzato tre gol consecutivi tra campionato e coppa, che nel suo periodo azzurro ha contribuito, nonostante tutto, ai grandi risultati raggiunti. Questa è la notte di Gabbiadini, quelle di Pavoletti verranno. Ciò che resta encomiabile è il pubblico napoletano, a seguito della squadra anche nel freddo glaciale per una banale partita di Coppa Italia, insomma, con una parola: Pavoloso!