Napoli, hai ancora 90 minuti per farti perdonare

Se qualcuno non avesse visto la partita contro la Dinamo Kiev (ultima e ufficialmente fuori dalla Champions), sarebbe rimasto indubbiamente stupito vedendo solo i numeri. Supremazia territoriale da parte degli azzurri, tanti calci d’angolo ma, di concreto, solo un tiro di Hamsik ha impensierito Rudko con un tiro defilato, per il resto solo tiri alla portata lenti e centrali. Il San Paolo ha dato la carica, i ragazzi non hanno approfittato del loro calore beccando alla fine tantissimi fischi assordanti e un saluto gelato.

Fischi di paura, di amarezza, di rabbia perché sembra lontano anni luce quel gruppo entusiasta, eppure la posta in palio è altissima: continuare il percorso nella massima Coppa in un girone, all’inizio, apparentemente abbordabile. Sarri in panchina è stato una furia per tutta la gara, probabilmente non vede più negli occhi dei suoi ragazzi gli insegnamenti trasmessi lo scorso anno, perché lui non ci sta mai a giocare sottotono. È un perfezionista, calcolatore dei tempi e delle azioni. Un maestro che vede i propri alunni non applicare i propri insegnamenti, ma al contempo, come lui stesso ha affermato, crede in loro ciecamente.

Per fortuna, però, non è detta l’ultima parola. Manca l’atto conclusivo al Da Luz in quel di Lisbona, che potrà veder chiudere il sipario tra gli applausi o ancora fra la delusione generale. Quindici giorni per tornare a convincere, la stagione è ancora lunga.
Per il momento manca l’anima, manca il gioco, mancano motivazioni. Certo, pure la prima punta, ma è un Napoli spento che deve cambiare luce. Troppi passaggi e passaggini inutili, bisogna essere brutti ed efficaci, perché la bellezza passa anche nel calcio.

Articolo precedenteIl Napoli non vince ma resta primo nel girone: ecco cosa serve per passare il girone
Articolo successivoZielinski a fine match: “Il risultato non avrebbe cambiato nulla per la prossima partita…”