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Napoli, sei troppo generoso! Pareggio amaro

Sembra ormai essere diventata prassi “regalare” all’avversario di turno un gol a partita. Il leitmotiv delle ultime uscite del Napoli si conferma come un dazio da pagare dal quale, amaramente, gli azzurri dimostrano di non riuscire a distaccarsi.

La partita fin dai primi minuti ha le connotazioni di un flipper pazzo, come un’altalena il fronte di gioco è ribaltato a ritmi altissimi da una parte all’altra, favorendo spettacolo e occasioni da rete. La gara, nonostante transizioni di gioco ad altissima velocità, gode di un equilibrio e di un’intensità tale far pensare che solo una giocata di un singolo possa sbloccarla. Il colpo da biliardo tanto invocato arriva al nascere del secondo tempo quando, grazie ad un passaggio illuminante di Ghoulam per Hamsik che attacca come sa la profondità tra le linee, lo slovacco in mezzo a due difensori biancocelesti riesce a mettere in buca d’angolo il pallone. La giocata del campione arriva illudendo possa sancire l’avvio verso una confortante vittoria, dopo la sconfitta di Torino e il pareggio in terra turca. Il Napoli, però, non ha nemmeno il tempo di assaporare l’equilibrio rotto dalla perla del proprio capitano che la Lazio riacciuffa il pareggio con Keita. La regola del flipper apprezzata nel primo tempo si ripete, il pareggio biancoceleste arriva infatti dopo nemmeno due minuti dal gol del vantaggio partenopeo. Il gol della Lazio certifica forse quello che è il maggior problema del Napoli: i regali dei singoli. Nessuno vuole addossare su Reina la croce ma, il suo errore in occasione del pareggio avversario è grossolano. Su un tiro lento sul proprio palo il portiere iberico interviene in modo goffo, il risultato che ne consegue è l’ennesimo regalo agli avversari. Da questa considerazione prende forma tanta amarezza e delusione perché non è la prima volta che una situazione di questo tipo sgretola le possibilità di centrare un risultato positivo. Sbagliare è certamente umano ma, perseverare con questa costanza al limite del diabolico svilisce anche la pazienza dei più ottimisti. A partire dalla sfida interna contro la Roma e passando per la doppia sfida Champions con il Besiktas e per la sfida di Torino con la Juventus, gli errori dei singoli hanno determinato in modo inequivocabile l’esito finale. Una squadra che ambisce ai vertici italiani ed europei non può concedere gratuitamente ai propri avversari certi tipi di vantaggio. I punti perduti rappresentano ora un macigno che non rende nemmeno merito alle prestazioni offerte. Anche oggi, ad esempio, la squadra ha tenuto ottimamente dal punto di vista fisico, ribattendo colpo su colpo contro un avversario più fresco privato infatti di ogni impegno infrasettimanale. Una difesa compatta ed attenta ed un centrocampo dinamico hanno sciorinato una prestazione di qualità. Ad essere mancato è stato un maggior peso offensivo ma, questa responsabilità, ha una paternità che esula dall’interpretazione della partita che mister e squadra cercano di offrire di partita in partita. Ciò che resta è la consapevolezza di avere una squadra in salute dal punto di vista atletico, forte e compatta nei reparti ma debole come il burro nel riuscire ad evitare l’infortunio di giornata in favore degli avversari. Le parole presidenziali stasera trovano terreno fertile dal quale germoglia, senza possibilità d’appello, la necessità che forse un cambio di modulo potrebbe offrire una presenza offensiva che, in gare come quella di stasera, pesa schiacciando al suolo le possibilità di concretizzare un risultato positivo.

La pausa, forse, arriva come un’ancora di salvataggio per il Napoli. Proseguire sull’attuale strada significa dover rinunciare ai sogni di gloria, occorre  infatti cambiare copione, partendo dal modulo per giungere agli errori individuali. Se De Laurentiis può permettersi di promuovere fin da ora il proprio film di Natale, il Napoli non può permettersi di fare regali. Il rischio è di arrivare a quella data senza non poter nemmeno più avere la possibilità di chiedere qualcosa a Babbo Natale.

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