Home News Perdonammo Gonzalo, perché non fare lo stesso con Manolo?

Perdonammo Gonzalo, perché non fare lo stesso con Manolo?

Era il cinque aprile del corrente anno quando Gonzalo Higuaìn subì una squalifica di ben quattro turni in un periodo importantissimo per il Napoli e le sue sorti, con una lotta forsennata con la Juve e la Roma. All’epoca tutti ma proprio tutti presero le difese del numero 9 azzurro, che da carnefice diventò quindi vittima di un arbitraggio sfavorevole e una punizione esagerata. Partirono sui social i famosi hashtag “Io sto con Higuaìn” con tanto di manifestazione in piazza Plebiscito per lo spregevole verdetto che sancì il suo allontanamento dai campi.

Fu un periodo difficile, bisognava dare fiducia a Gabbiadini che fino a quel momento di chances ne aveva avute davvero poche con quel marziano lì davanti. Fece 3 gol in due partite, rimanendo a secco solo contro l’Inter a Milano in un match stregato per gli azzurri. Nessuno, quindi, si permise di offendere il comportamento sbagliato del Pipita, effettivamente troppo nervoso in una gara in salita vinta poi con largo risultato dai friulani, illudendo inizialmente i napoletani con il pareggio grazie ad una sua magia.

Che Gabbiadini, comunque, non sia entrato nelle grazie dei tifosi è evidente. Un estate per il bergamasco piuttosto turbolenta segnata da un addio apparentemente certo. Ha 25 anni ed è normale che uno come lui voglia giocare titolare (anche per riprendersi la nazionale), sentirsi al centro del progetto, ma ancora una volta è stato surclassato ad inizio stagione dallo sfortunato Milik, con un esordio in maglia partenopea brillante. Sarri, poi, lo ha sempre e solo considerato prima punta, ruolo non proprio congeniale alle sue caratteristiche ma che ha da subito accettato senza aprir bocca.

Erano passati pochi giorni dall’intervista rilasciata a Laura Barriales in cui sorrideva e si apriva con nonchalance, dichiarando di non sentire in alcun modo la pressione ed, anzi, trovarla uno stimolo in più. Ieri in campo si è verificato un episodio sicuramente spiacevole ma non del tutto condannabile. Il fallo subìto è stato duro, atto a fargli male e ha rischiato un eventuale infortunio non di poco conto. La sua è stata una reazione sì spropositata, ma al contempo giustificabile vista l’entità del fallo e la paura di restare fuori dal rettangolo verde come il compagno di reparto. Ovviamente il gesto deve essere punito, tuttavia, devono essere valutate le dinamiche di quell’azione-reazione che gli è costata un’esplosione e qualche giornata di squalifica.

È un momento ancor più delicato, lo si legge dagli occhi del giovane numero 23 che non sorride mai. È un ragazzo serio, perbene, sicuramente non solito compiere gesti lontani dal fair play di gioco. Nemmeno un’ammonizione finora, sempre corretto e pulito negli interventi, quindi prima di puntare il dito e inveirgli contro, bisogna stargli vicino e capire il perché abbia risposto così. Creare casi o situazioni ancora più complicate sicuramente non gioverà alla squadra che avrà tantissimi impegni nei prossimi mesi, con la gara contro la Juventus che dista solo una settimana.

I tifosi, ma anche gli addetti ai lavori dovranno essere in grado di non creare isterismi per far risplendere la luce dopo un periodo di confusione.
Ieri una vittoria importante, sofferta all’ultimo, ma capace di dettare serenità e fiducia in un gruppo ridotto in attacco all’osso, ora.
Keep calm and forza Manolo, così come fu a suo tempo fatto con Gonzalo…

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