Home Editoriali Editoriale – L’impossibilità di raggiungere la perfezione, la necessità di perfezionarsi

Editoriale – L’impossibilità di raggiungere la perfezione, la necessità di perfezionarsi

Mancano ormai solo 3 partite alla conclusione di questa stagione che, comunque vada, potrà ritenersi certamente positiva per il Napoli soprattutto in considerazione delle aspettative iniziali: le più rosee parlavano, infatti, al massimo di un 4° posto, con Juventus, Roma ed Inter ritenute inavvicinabili.

È chiaro che l’esito delle ultime 3 giornate di campionato inciderà notevolmente su quanto positiva potrà definirsi: mantenere il 2° posto conquistando l’accesso diretto alla prossima Champions League, traguardo fallito per 2 anni di seguito dal Napoli di Benitez, è ben altra cosa rispetto al 3° posto che comporterebbe di doversi sudare il pass per la massima competizione europea attraverso quei preliminari puntualmente persi dalle squadre italiane (Napoli incluso) negli ultimi anni.

La prematura eliminazione dalla Coppa Italia, ad opera dell’Inter, oltre che dall’Europa League (seppure contro quel Villareal vittorioso nella semifinale di andata contro il Liverpool) sono avvenute in un momento della stagione in cui gli azzurri erano in piena lotta scudetto per cui, magari inconsciamente, si è puntato maggiormente sul campionato. Con il senno di poi qualcuno potrà dire che si è sbagliato, ma cullare il sogno scudetto e puntare al Traguardo (quello con la T maiuscola) è stato davvero emozionante e (senza alcune decisioni arbitrali a dir poco discutibili) magari lo si starebbe ancora cullando.

Di certo il cammino compiuto finora non è stato scevro da errori, del resto la perfezione è impossibile da raggiungere; muovere qualche critica, in maniera costruttiva, può invece aiutare a perfezionarsi. Ebbene a Maurizio Sarri, che tanti meriti ha in questa crescita a partire dal “disastro” ereditato, si può obiettare di non aver sfruttato maggiormente alcuni elementi della rosa a disposizione: le ultime apparizioni di Mertens e Gabbiadini dimostrano che i due attaccanti meritavano più spazio; Strinic e Chalobah o El Kaddouri avrebbero potuto far rifiatare maggiormente Ghoulam ed Hamisk apparsi più volte in affanno negli ultimi mesi; Regini, Grassi e Valdifiori avrebbero potuto almeno disputare qualche scampolo di partita, soprattutto quando il risultato era ormai al sicuro come nelle uscite casalinghe contro Verona e Bologna.

Inoltre, nonostante il grande merito di aver cambiato definitivamente modulo dopo poche partite rinunciando al tre-quartista a lui tanto caro, talvolta il tecnico toscano non ha saputo apportare le necessarie varianti tattiche a gara in corso finendo per effettuare le solite sostituzioni lasciando inalterato lo schema di gioco: fa eccezione la gara casalinga contro il Milan in cui nel finale si è passati addirittura al 4-2-4, purtroppo senza riuscire comunque ad ottenere la vittoria. L’augurio è che il mister azzurro, quest’anno alla prima esperienza in una grande piazza, possa far tesoro di tutto questo e rendere ancora più esaltante il cammino azzurro nella prossima stagione.

Alla società vanno fatte pesare le scelte del mercato di gennaio con una squadra in piena lotta per il titolo, allorquando si è deciso di acquistare esclusivamente Grassi (ottimo in prospettiva ma non certo pronto per essere gettato subito nella mischia, come più volte dichiarato dallo stesso allenatore) e Vasco Regini (valido solo per completare numericamente il reparto difensivo). Il centrocampista proveniente dall’Atalanta poteva essere bloccato per giugno e lasciato maturare ancora un po’ alla corte di Edi Reja. Per tentare di competere con la Juventus sarebbe servito un centrocampista subito pronto a scendere i campo e prendere per mano la squadra nei momenti difficili: magari, contro una striscia di vittorie consecutive come quella ottenuta finora dai bianconeri, qualunque innesto difficilmente sarebbe bastato ma almeno si sarebbe arricchita la rosa anche per una prospettiva futura più immediata.

Volendo estendere ancora di più il discorso, la presidenza De Laurentiis (che tanti meriti sportivi ha ottenuto finora, con la 7° partecipazione consecutiva alle competizioni europee e 2 Coppe Italia ed 1 Super Coppa italiana conquistate) avrebbe potuto investire maggiormente sul settore giovanile in modo da far maturare i calciatori azzurri in squadre medio-piccole anche della massima serie, sulla falsa riga di quello che è stata in grado di fare la stessa società bianconera, invece di “lasciarli” parcheggiati in panchina. Un discorso a parte meriterebbe la questione stadio, ma anche in tal caso bisognerebbe fare di necessità virtù ed intraprendere la strada più veloce per rendere l’impianto di Fuorigrotta quanto più adeguato possibile.

Questi ed altri aspetti potrebbero consentire al Patron azzurro di avvicinarsi alla perfezione e regalare ai tanti tifosi quel sogno quest’anno solo sfiorato.

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