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La favola di un “provinciale” che cambiò la vita ad un vice campione del mondo

Alle favole pochi ci credono, di solito i bambini che con la loro fantasia sognano avventure cavalleresche e finali talmente belli che nella realtà quasi mai si verificano.

Questa qui, però, è una favola straordinaria e soprattutto incredibilmente vera.

Nel luglio 2015, tra le tanti voci di mercato e qualche mal di pancia appena accennato, la situazione in casa Napoli era difficile da definire, in particolare per quanto riguardasse i suoi campioni. Mister Sarri, giunto solo da un mese all’ombra del Vesuvio, portando con se la gavetta di un allenatore studioso e meticoloso, cresciuto tra le province delle varie squadre in cui aveva militato e la grinta di voler dare tutto per questa maglia, pardon tuta, che il destino gli aveva riservato. Tra l’altro la squadra del suo cuore quando era piccolo, dato che sempre il fato volle che nascesse proprio qui.

Già l’inizio di questa storia sembra una bellissima favola, ma il meglio deve ancora venire.

La favola tra il “provinciale” ed Higuaìn, tornato dalla Coppa America con un po’ di rammarico, cominciò a Dimaro sancito da un abbraccio e l’emozione di poter allenare uno tra i giocatori più forti del pianeta. La gioia e l’allegria lasciarono poi spazio ad un faccia a faccia che avrebbe così deciso il futuro del Pipita, senza paura l’ex Empoli disse esattamente le parole giuste che arrivarono al cuore del numero 9 azzurro, parole che cambiarono anche il corso della sua vita e delle sue prese di posizione. Gonzalo resta, da Napoli non si muove: decisione finale.

I tifosi si chiedevano, però, se lui fosse realmente felice e Sarri è stata proprio la risposta a questo interrogatorio, ma le prove schiaccianti le dà solo il campo. Oggi è a venti gol, capocannoniere della Serie A e d’Europa, con un sorriso stampato sulla faccia da settembre e un legame sempre più forte con il suo popolo.

Il mutamento del campione dovuto ad un uomo che indossa la tuta e vive di piccole cose, un anti-divo per eccellenza, insomma.

E se questa non è una favola speciale, allora potremmo definirla come una realtà da sogno per tutti i romantici del calcio.

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